Femminicidi, la memoria va allenata per non dimenticare: perché non ricordare le vittime tutti i giorni per educare al rispetto?


Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Cicerone diceva che la memoria diminuisce se non viene esercitata. Quando Cicerone filosofeggiava - cent’anni e spiccioli prima di Cristo - allenare la memoria non doveva essere poi così difficile: il ritmo degli accadimenti non si misurava certo in nanosecondi così come invece succede oggi. Adesso Cicerone cambierebbe mestiere. Nell’era di una cronaca tanto sovrabbondante quanto disorientante non c’è spazio per le massime. Si richiede, al contrario, il minimo del minimo. Basta il minino della riflessione purché condito dal massimo del luogo comune e della frase fatta.
Se il pensiero s’azzarda ad essere profondo, beh sprofonda in un mare di scocciata disattenzione. C’è l’obbligo della velocità. Bisogna essere più veloci di un servizio inesorabile di Djokovic se si tratta di riempire il nostro quotidiano social-virtuale di ogni sconfortante sgomento (che per massima beffa della ragione tecnicamente viene chiamato commento). Viviamo un’epoca di notizie cannibali: la seconda si mangia quella prima in una quotidiana indigestione d’enfasi e d’approssimazione.
Anche l’emozione è un sentimento drammaticamente a tempo (e purtroppo anche drammaticamente fuorviante). Non ci è concesso alcun tempo per capire ma si è costretti in ogni caso a dire. A dire di tutto senza sapere quasi mai di nulla.
Certo, si può dire anche in silenzio – con l’indignazione, con la commozione, con le fiaccole, le gigantografie, le scarpe e le panchine rosse – ma la reazione umana ed impotente è troppo spesso “a termine”. Più sfogo – legittimo e sacrosanto - che motore di cambiamento vero per le culture malate e per gli atti conseguenti. Più pancia che cervello. Non è certo detto che la sola memoria dei fatti (specie dei misfatti) risolva qualche cosa.
Ma senza memoria anche il peggio rischia di essere un crescendo. L’orrore rischia di alimentare l’abitudine (e viceversa) in un mondo in cui i disvalori si quotano in borsa. La crudezza delle immagini, dei resoconti e dei racconti a volte romanzati secondo la peggiore delle narrazioni, fa effetto. Ma fa effetto un attimo, un’ora, un giorno e poi rientra nel già visto, nel già sentito, nel già sofferto, nel troppo rapidamente metabolizzato. Così fino alla prossima storia, al prossimo orrore. Chi ci assicura che dopo la giovane Giulia non ci sarà un’altra vita negata al futuro? Ovviamente nessuno.
Non rassicurerà una manifestazione – comunque utile – di uomini affettivamente normali ma effettivamente convinti che il “basta” femminile non basta. E nemmeno basterà l’aumento di pene tragicamente tardive anche se forse meno offensive rispetto a chi piange figlie, madri, sorelle. Servirà l’educazione (ma non solo offerta ai ragazzi perché troppi adulti non sono mai cresciuti) ma solo se non sarà una foglia di fico sui ritardi, sui menefreghismi, sui pianti di coccodrillo che sono di casa nella politica e nei tribunali. E la memoria allora? La memoria almeno impone un poco di sforzo, una piccola fatica. La memoria può essere anche una bella sfida. Forse a più d’uno è capitato di passare sotto le targhe in marmo della toponomastica di una città – Trento ad esempio – e domandarsi chi era Tizio o Caia (troppo poche le vie delle donne) cui è stata dedicata la strada.
Ecco, quel piccolo sforzo di memoria lo vorremmo proporre ora (oggi, non domani) per l’ecatombe della violenza contro le donne. Sì - caro Ianeselli, caro sindaco, caro consiglio comunale, cari chi vi pare purché possiate decidere – la proposta che ci permettiamo di fare a Trento è la realizzazione di uno stradario di vita anche rammentando la morte. Semplice? Di sicuro. Inedita? Probabilmente sì. Coraggiosa? Lo dirà, semmai, chi vedrà. Nel concreto: sotto, vicino, di lato (fate voi) le tabelle delle strade potrebbero comparire le targhe con i nomi delle donne uccise. Nome, cognome, nascita, morte, regione. Cartelli tutti uguali o tutti diversi (fate voi). Una grafica comune: un colore, un rigolo, chissà che altro.
Se uno, cento, mille uomini si interrogheranno su quei nomi, se cercheranno di conoscere un po’ di più di quelle storie spezzate la memoria avrà svolto il suo lavoro. La memoria, così come predicava Cicerone, si potrà allenare. Magari anche allenare a quel rispetto che latitando sta ricacciando il mondo più tecnologico di sempre alla preistoria delle clave. Se mai ci fosse un barlume di interesse per questa proposta estemporaneamente convinta, la materia per “l’altro stradario” abbonda. Tragicamente, ma abbonda.
Eccola:
Teresa Spanò 2 Gennaio
Giulia Donato 4 Gennaio
Martina Scialdone 13 Gennaio
Oriana Brunelli 14 Gennaio
Teresa Di Tondo 15 Gennaio
Alina Cristina Cozac 22 Gennaio
Giuseppina Faiella 28 Gennaio
Yana Malayko 1 Febbraio
Margherita Margani 4 Febbraio
Antonia Vacchelli 6 Febbraio
Melina Marino 11 Febbraio
Santa Castorina 11 Febbraio
Cesina Bambina Damiani 12 Febbraio
Rosina Rossi 16 Febbraio
Chiara Carta 18 Febbraio
Sigrid Grober 19 Febbraio
Maria Luisa Sassoli 23 Febbraio
Giuseppina Traini 25 Febbraio
Caterina Martucci 1 Marzo
Rosalba Dell’Albani 4 Marzo
Iolanda Pierazzo 6 Marzo
Iulia Astafieya 7 Marzo
Rossella Maggi 8 Marzo
Petronilla De Santis 9 Marzo
Rubina Kousar 9 Marzo
Maria Febronia Buttò 10 Marzo
Pinuccia Contin 16 Marzo
Francesca Giornelli 28 Marzo
Agnese Oliva 29 Marzo
Zenepe Uruci 30 Marzo
Carla Pasqua 31 Marzo
Alessandra Vicentini 31 Marzo
Sara Ruschi 13 Aprile
Brunetta Ridolf 13 Aprile
Rosa Gigante 18 Aprile
Anila Ruci 19 Aprile
Stefania Rota 21 Aprile
Barbara Capovani 23 Aprile
Wilma Vezzaro 25 Aprile
Antonella Lopardo 2 Maggio
Rosanna Trento 3 Maggio
Danjela Neza 6 Maggio
Jessica Malaj 7 Maggio
Anica Panfile 21 Maggio
Yirel Natividad Peña Santana 27 Maggio
Ottavina Maestripieri 1 Giugno
Giulia Tramontano 1 Giugno
Pierpaolo Romano 1 Giugno
Giuseppina De Francesco 8 Giugno
Maria Brigida Pesacane 8 Giugno
Floriana Floris 9 Giugno
Cettina De Bormida 10 Giugno
Rosa Moscatiello 12 Giugno
Svetlana Ghenciu 19 Giugno
Margherita Ceschin 24 Giugno
Laura Pin 28 Giugno
Maria Michelle Causo 28 Giugno
Ilenia Bonanno 6 Luglio
Benita Gasparini 19 Luglio
Mariella Marino 20 Luglio
Norma 22 Luglio
Vera Maria Icardi 24 Luglio
Marina Luzi 25 Luglio
Angela Gioiello 28 Luglio
Mara Fait 28 Luglio
Sofia Castelli 29 Luglio
Iris Setti 6 Agosto
Maria Costantini 9 Agosto
Celine Frei Matzohl 13 Agosto
Anna Scala 17 Agosto
Vera Schiopu 19 Agosto
Francesca Renata Marasco 28 Agosto
Rossella Nappini 4 Settembre
Marisa Leo 6 Settembre
Nerina Fontana 16 Settembre
Cosima D’Amato 20 Settembre
Maria Rosa Troisi 20 Settembre
Rosaria Di Marino 20 Settembre
Liliana Cojita 21 Settembre
Manuela Bittante 25 Settembre
Anna Elisa Fontana 25 Settembre
Carla Schiffo 27 Settembre
Monica Berta 27 Settembre
Klodiana Vefa 28 Settembre
Egidia Barberio 30 Settembre
Anna Malmusi 1 Ottobre
Piera Paganelli 4 Ottobre
Eleonora Moruzzi 5 Ottobre
Silvana Aru 13 Ottobre
Concetta Marruocco 14 Ottobre
Marta Di Nardo 20 Ottobre
Antonella Iaccarino 21 Ottobre
Giuseppina Lamarina 24 Ottobre
Pinuccia Anselmino 25 Ottobre
Annalisa D’Auria 28 Ottobre
Etleva Kanolija 29 Ottobre
Michele Faiers Dawn 1 Novembre
Patrizia Vella Lombardi 14 Novembre
Francesca Romeo 18 Novembre
Giulia Cecchetin 18 Novembre
L’anno non è ancora finito e Natale è alle porte in una Trento di luci mai viste. Accendere la luce di Trento su queste donne, tenerla accesa anche a luminarie spente, non costerà che la voglia di provarci.