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Non pagavano gli affitti, il Don Quijote chiude i battenti. Sfrattati per morosità
Il locale, aperto un anno e mezzo fa da Elio Bonfanti, Piergiorgio De Giorgi e Giuseppe Tommasino da questa mattina è chiuso. L'ufficiale giudiziario, assistito da due agenti della polizia ha eseguito il provvedimento del giudice risalente a luglio

TRENTO. Ha chiuso i battenti il Don Quijote, probabilmente per sempre. E questa volta non c'entrano i più classici problemi legati alla movida, alla confusione, ai vicini sonnacchiosi che non sopportano il via vai di avventori. La ragione è molto più semplice. Oggi, infatti, è stato eseguito un provvedimento del Tribunale di Trento che ha ordinato lo sfratto per morosità degli affittuari. L'associazione presieduta dall'ex consigliere comunale Elio Bonfanti, infatti, non pagava gli affitti ai proprietari dell'immobile già da tempo. Una struttura molto grande e centrale, di 200 metri quadri, posizionata in vicolo dell'Adige (una laterale di via Manci) laddove un tempo si trovava la libreria Paideia.

Il locale era stato aperto un anno e mezzo fa, era il giugno 2016, dall'ex antiquario Piergiorgio De Giorgi, dal già citato Bonfanti e da Giuseppe Tommasino e si era inserito molto bene nel tessuto cittadino degli eventi e delle serate. A fine settembre una lettera proprio di Bonfanti era apparsa sul quotidiano Il Trentino con tanto di prima pagina. Un testo che aveva avuto ampio eco nell'ambiente e che sferzava il sistema ricordando come il Don Quijote fosse una sorta di mosca bianca nel panorama dei locali trentini, praticamente l'ultimo che riusciva a organizzare eventi senza il contributo pubblico. Evidentemente le cose erano un po' diverse. Il giudice, già, da luglio aveva emesso il provvedimento di sfratto per morosità. Provvedimento eseguito questa mattina dall'ufficiale giudiziario con l'assistenza di una pattuglia della polizia.
Le operazioni si sono svolte senza problemi, le serrature sono state cambiate e da oggi il locale è chiuso definitivamente.