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Accusato di spaccio ma è innocente, lo Stato paga per l'ingiusta detenzione. La rivincita del senegalese fotografato da Cia
Nel 2016 il consigliere di Agire aveva postato su Facebook la sua foto ammanettato. Ora la Corte d'Appello ha deciso di riconoscergli 1.500 euro per essere stato 6 giorni in cella per errore

TRENTO. Era stato arrestato 'a furor di popolo', indicato come lo spacciatore che aveva venduto la droga al tossicodipendente che poi era andato in overdose. Ora la Corte d'Appello di Trento ha deciso che gli spetta il risarcimento per ingiusta detenzione, 1.500 euro per aver passato sei giorni in carcere senza alcun motivo.
La vicenda del senegalese ammanettato davanti alla stazione dei treni aveva avuto anche un risvolto politico, con il consigliere Claudio Cia che immortalò la scena e la pubblicò sul suo profilo Facebook indicandolo come 'il colpevole'. Partì anche una denuncia nei confronti del consigliere di Agire per il Trentino, denuncia che fu poi archiviata, dietro oblazione.
Ma torniamo al 2016, quando il procedimento a carico del ragazzo senegalese fu avviato in seguito alla segnalazione di un testimone. Ma il ragazzo si dichiarò subito innocente e la sua versione fu confermata dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza e dalle indagini successive.
Un errore giudiziario che portò il 32enne all'ingiusta detenzione. Per sei giorni, fino all'intervento del suo avvocato Giorgio Pontalti, rimase a Spini di Gardolo. Ora che è uscito e che la giustizia l'ha dichiarato non colpevole, ha chiesto il risarcimento. Lo Stato, con l'assenso anche della Procura, dovrà riconoscere al senegalese 1.500 euro e pagare le spese legali per 1.800 euro.