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Beber e Orso inseparabili, nessuna confisca del cane. Si conclude la vicenda giudiziaria con un patteggiamento
Su Paolo Beber pendevano diversi capi d'accusa. Ieri la sentenza con 4 mesi di reclusione con sospensione condizionale. Grazie al risarcimento delle parti offese si è arrivati al patteggiamento

TRENTO. “E' confermato, in prigione non vado. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato in questo anno di sofferenza e ansia. Un grazie ancora all'avvocato Matteo Pallanch che mi ha aiutato in questa situazione. Sono pieno di gratitudine. Orso: questa volta non ci hanno divisi”. Queste le parole con le quali ieri Paolo Beber ha fatto sapere dalla propria pagina facebook la conclusione della vicenda giudiziaria che lo ha visto protagonista nell'ultimo anno. Beber ha patteggiato 4 mesi per resistenza a pubblico ufficiale con la sospensione condizionale della pena e dunque nessun rischio di finire in carcere e soprattutto di separarsi dal proprio cane Orso.

Su Paolo Beber pendevano diversi capi d'accusa relativi a tre episodi diversi, il primo risale allo scorso anno quando l'uomo avrebbe aizzato il cane contro delle ragazze rom. Un evento questo che portò, per un periodo, al sequestro di Orso. Un altro capo d'accusa, come già detto, riguardava minacce e violenze a pubblici ufficiali. Infine l'ultimo capo d'accusa riguardava le minacce e le lesioni ad un operaio.
La fine della vicenda giudiziaria decisiva è arrivata anche grazie al risarcimento alle parti offese che ha permesso un patteggiamento. Risarcimento che si è riusciti a fare con l'aiuto anche di molti amici di Beber che lo hanno aiutato.
La paura più grande di Paolo Beber era quella di doversi separare dal suo amico Orso. Rischio, questo, che ora non esiste.