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Cucciolo messo all'asta, il pm di Trento dà ragione agli animalisti e glielo affida. "Ora cambiamo il codice penale"
Nei giorni scorsi la denuncia di Lav della messa all'asta di un cucciolo sequestrato in un'operazione giudiziaria aveva sollevato l'indignazione del mondo animalista. Il Pm di Trento, però, ha accolto l'istanza e ha deciso di consegnarlo alla Lega antivivisezione trentina, che si impegna a affidarlo a una famiglia. "Storia a lieto fine, ora cambiamo il codice penale"

TRENTO. Tutto è bene quel che finisce bene. Il pubblico ministero di Trento ha infatti accolto l'istanza fatta dalla Lav Trentino per sospendere la messa all'asta di un cucciolo sequestrato in un'operazione giudiziaria. Il cane, di circa 2 mesi e mezzo, è stato quindi affidato alla stessa associazione animalista, che da parte sua ha annunciato di volersi occupare delle procedure di adozione, scegliendo la famiglia a cui darlo.
“Siamo molto contenti della decisione del Pubblico ministero – ha commentato il vice presidente della Lav responsabile della sede di Trento Simone Stefani – così facendo ha dimostrato grande sensibilità in un contesto normativo che spesso vede ancora gli animali come oggetti e non come esseri senzienti che provano sentimenti e hanno relazioni affettive e sociali come noi”.
La messa all'asta del cucciolo aveva prodotto l'indignazione dell'associazione animalista, che immediatamente aveva fatto il proprio esposto per denunciare una situazione definita “assolutamente non condivisibile sul piano etico”. L'istanza, dunque, pare aver avuto effettivo positivo, se lo stesso pm tra le motivazioni della disposizione scriveva come la scelta di affidare il cucciolo alla Lav permettesse di “evitare il pericolo che il cane possa cadere nelle mani di persone che non hanno a cuore il suo benessere”.
“Da lunedì inizieremo quindi a prenderci cura del cagnolino e a metterci all'opera per individuare una famiglia idonea ad accoglierlo nella propria casa e nella propria vita - hanno scritto trionfanti i membri della Lav trentina – questa è vicenda a lieto fine, ma purtroppo nel nostro ordinamento giuridico gli animali sono ancora considerati cose. Sebbene in ambito di diritto civile, proprio grazie a una proposta di legge fortemente voluta dalla Lav, gli animali che vivono in famiglia sono impignorabili e pertanto non è possibile metterli all'asta, così non è in ambito penale, il cui codice di procedura prevede ancora questo istituto che non tiene conto della loro imprescindibile natura di essere senzienti che provano emozioni, proprio come noi”.
“E' necessaria una modifica urgente al Codice di procedura penale – concludono – e il riconoscimento degli animali quali esseri senzienti, affinché essi non possano più essere oggetto di asta. Gli animali non sono televisori o lavatrici, e anche il diritto civile e penale deve tenerne conto”. L'animale in questione sarebbe stato venduto con una base d'asta di 100 euro.