''Degasperi e il popolo", alla lectio di Castello Tesino Panebianco e Pombeni
Come ogni anno, nella città natale dello statista si guarderà al Degasperi per parlare dell'oggi e in questa occasione sarà indagata la fase politica attuale, caratterizzata da una forte e radicale trasformazione, con l'obiettivo di poter fare tesoro del suo insegnamento. La Lectio degasperiana sabato 18 giugno alle 17

TRENTO. Torna la tradizionale Lectio degasperiana, nella Pieve Tesino che diede i natali allo statista trentino. Sabato 18 agosto alle 17 saranno il politologo Angelo Panebianco e lo storico Paolo Pombeni che interverranno su "De Gasperi e il popolo", mostrando da punti di vista complementari quale fosse l’idea dello statista trentino sul popolo e sulla democrazia.
Come ogni anno si guarderà al Degasperi per parlare dell'oggi e in questa occasione sarà indagata la fase politica attuale, caratterizzata da una forte e radicale trasformazione, con l'obiettivo di poter fare tesoro del suo insegnamento politico e intellettuale.
La Fondazione Degasperi ha quindi invitato Angelo Panebianco, professore di Scienza della politica presso l’università di Bologna e da trent’anni editorialista del Corriere della Sera e Paolo Pombeni, professore emerito di Storia contemporanea presso la stessa università, collaboratore del Sole 24 ore e già direttore a Trento dell’Istituto storico Italo-Germanico della Fondazione Bruno Kessler.
Anche per la quindicesima edizione della Lectio degasperiana, la Fondazione continua dunque il suo percorso di rivisitazione della grande storia europea chiedendo a due autorevoli ospiti di riflettere sull’idea che De Gasperi aveva del popolo e sul ruolo dei partiti nella costruzione di una democrazia solida ed efficace.
L’incontro si tiene nell’anno delle elezioni politiche nazionali che hanno visto emergere, dopo una lunga e complessa trattativa, una maggioranza politica inedita per la storia italiana, chiaramente orientata ad un programma che molti commentatori definiscono, forse troppo frettolosamente, populista, e che hanno scosso fin dalle fondamenta anche il sistema politico del Trentino, chiamato nel prossimo ottobre a rinnovare il proprio consiglio provinciale e la propria Giunta di governo.
Il 2018 appare essere un anno chiave della storia politica nazionale e provinciale."Con la scelta di un tema così attuale, la Fondazione intende contribuire ad una riflessione politica e storica che non può ridursi a slogan. L’idea che De Gasperi aveva del popolo è molto diversa da quella che oggi si crede sia alla base della protesta populista contro le istituzioni e il mercato".
Come molti degli statisti formatisi nella prima metà del Novecento, De Gasperi usava la parola «popolo» in una pluralità di significati che la rendeva estremamente ricca, ma, in quanto cattolico e liberale, anche sempre distante da ogni retorica rivoluzionaria o demagogica.
"Per De Gasperi - spiega la Fondazione - il popolo era una realtà profondamente ancorata ai valori di una tradizione civile e spirituale di lunga durata e come tale andava certamente rispettato, ma guidato verso una assunzione collettiva di responsabilità che ne valorizzasse la concreta capacità di realizzarsi nel senso del dovere e nella solidarietà".
Tutte le forzature o le semplificazioni politiche tradiscono il popolo, "il quale non è una realtà se non quando trova la possibilità di esprimersi non come un tutto materiale, ma come sintesi “politica” di una storia e di una geografia".
I confini di un popolo non sono le frontiere, "ma le istituzioni che si è dato ed è per questo che la crisi politica dell’Italia, uno dei paesi fondatori dell’Europa politica, ha una grande importanza per l’intero continente europeo".
"Con questa Lectio – ha spiegato Giuseppe Tognon, presidente della Fondazione – si vuole mettere a confronto la storia italiana con la dottrina politica europea e la scienza politica con il possibile futuro della nostra storia nazionale".
"Due grandi studiosi, di formazione e di orientamento politico diverso, ci mostreranno che il popolo non può mai diventare un’astrazione al servizio di interessi politici troppo ristretti o troppo di parte, perché in democrazia sono le istituzioni e i rapporti economici e sociali che danno un volto sociale, autenticamente popolare, alle identità singolari degli individui e alla forza degli interessi privati".
"La propaganda - conclude Tognon - non può mai diventare azione di governo. Cittadini si nasce e popolo si diventa ma il popolo non può mai essere populista perché se lo fosse distruggerebbe il sistema democratico che lo sostiene e lo anima".
Appuntamento quindi a Castello Tesino sabato 18 agosto alle 17 con il politologo Angelo Panebianco e lo storico Paolo Pombeni che interverranno su "De Gasperi e il popolo".