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La obbligava a visite ginecologiche per verificare la verginità, sottoponeva la figlia a una disciplina ferrea. Padre condannato a 3 anni
I fatti successi quando la ragazza era un'adolescente: niente amici, niente cellulare, soltanto casa e scuola. Sospesa la responsabilità genitoriale, dovrà risarcire anche il danno subito dalla figlia

TRENTO. Non poteva truccarsi, tenere i capelli sciolti, non poteva avere amici maschi, soprattutto se stranieri. Non poteva uscire di casa: solo a scuola, e l'accompagnava il padre. E il padre la portava con sé al lavoro fino a tarda notte per non lasciarla da sola. Niente cellulare, nemmeno gli occhiali da sole.
Ma non solo, la disciplina che questo padre imponeva su sua figlia è arrivata al punto di effettuare ispezioni, anche le più intime: per verificare la verginità aveva sottoposto la figlia a una visita ginecologica, per accertarsi che non consumasse droga l'aveva obbligata all'esame delle urine.
Se no obbediva, la figlia adolescente veniva picchiata. E sono molti gli episodi raccontati durante il processo, anche la minaccia di tagliarle i capelli se avesse passato troppo tempo da sola in bagno per lavarli e asciugarli.
Questo uomo è stato condannato ieri a 3 anni di reclusione. Il giudice Giuseppe Serao ha così aumentato di un anno le stesse richieste dell'accusa che aveva chiamato il 60enne a rispondere del reato di maltrattamenti. Dovrà pagare 10 mila euro alla figlia che si è costituita parte civile con l'avvocata Chiara Pontalti.
I fatti si riferiscono all'arco temporale che va dal 2013 al 2015, quando la ragazza era un'adolescente di 14-16 anni. Le sue confidenze sulla situazione erano state raccolte dalla sua insegnante, e dopo le segnalazioni il Tribunale dei Minori decise di togliere al padre la responsabilità genitoriale. Ieri il processo e la condanna.