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Coronavirus, Patt e Futura chiedono i dati reali sui contagi: “Per quale ragione la cittadinanza è tenuta all’oscuro?”
I risultati dei test rapidi esclusi dai dati ufficiali, ma così i contagi sembrano meno, Futura: “In tutte le Regioni si sta assistendo al ‘balletto dei numeri’ dei positivi con l’obiettivo dei rispettivi presidenti di evitare di inserire la propria Regione nella zona rossa, vogliamo conoscere i numeri reali”

TRENTO. Ormai è stato ampiamente dimostrato come i dati contenuti nel bollettino provinciale che riguardano i nuovi contagi in Trentino siano solo parziali, perché omettono i risultati dei cosiddetti test rapidi. Numeri, come dimostrato in più occasioni da il Dolomiti, che farebbero lievitare enormemente il numero complessivo dei positivi giornalieri. Ora anche Roma ha chiesto di vedere questi dati (QUI articolo), mentre la politica locala ha iniziato a muoversi.
È il caso di Futura e Partito autonomista che ora pretendono “i dati reali” alla Pat. “In tutte le Regioni d’Italia – affermano Paolo Ghezzi e Lucia Coppola – si sta assistendo al ‘balletto dei numeri’ dei positivi con l’obiettivo dei rispettivi presidenti di evitare di inserire la propria Regione nella zona rossa, fatto questo che porterebbe a limitazioni sempre più stringenti”.
Alle parole di Futura fanno eco quelle delle stelle alpine: “Consideriamo fondamentale conoscere i numeri corretti dell’epidemia – sottolineano Michele Dallapiccola, Paola Demagri e Ugo Rossi – perché la conoscenza della dimensione precisa del problema è il primo e più importante passo per contenere l’epidemia”. Eppure secondo il Partito Autonomista la Provincia non si starebbe applicando a sufficienza: “Di pari passo, in negativo, procede anche il contact-tracing. Saltato su più fronti, lascia sempre più spesso i familiari dei soggetti testati positivi alla loro libera interpretazione della norma”.
Per questo i due gruppi consiliari hanno depositato altrettante interrogazioni per conoscere le ragioni che spingono la Pat a non aggregare i dati dei test antigenici a quelli ufficiali, tenendoli di fatto nascosti alla cittadinanza. “Ci domandiamo – concludono Ghezzi e Coppola – perché la Giunta e l’Azienda sanitaria, a fronte di numeri reali sempre più alti e con conseguenti difficoltà riscontrate nelle strutture ospedaliere e nelle Rsa, non si allineano alla scelta più oculata della Provincia di Bolzano di operare maggiori restrizioni di quelle previste nelle Regioni gialle”.