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Maltempo, ingenti danni da grandine e vento. Barbacovi: “Alcuni meleti sono stati sradicati, le zone più colpite sono Merano e Bassa Val Venosta”
Dopo il maltempo e le violente grandinate (che hanno colpito anche il Trentino-Alto Adige) Coldiretti lancia l’allarme: “Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma”

TRENTO. Gli imprenditori agricoli delle campagne sono in fermento perché con il recente maltempo è arrivata anche la grandine e, stando alle previsioni, anche nei prossimi giorni potrebbero verificarsi violenti temporali. In particolare la grandine resta il fenomeno atmosferico più temuto, soprattutto in questa fase della stagione quando può provocare danni irreversibili alle coltivazioni di frutta e verdura.
Gianluca Barbacovi presidente della Coldiretti del Trentino-Alto Adige traccia un primo, seppur provvisorio, bilancio dell’ondata di maltempo che ha colpito la regione: “Dalla provincia di Trento posso dire di non aver ricevuto particolari segnalazioni, solo nella zona di Borgo Sacco in Vallagarina si sono verificati degli smottamenti in campagna, ma niente di grave”.
In Alto Adige però la situazione è diversa, il maltempo ha colpito più duramente e le grandinate di queste giorni sono state più intense: “Dei meleti sono stati abbattuti, con il vento che ha sradicato alcuni impianti. A Bolzano – sottolinea Barbacovi – Il contesto è più grave, stiamo cercando di quantificare la portata e l’estensione dei danni, parliamo comunque di perdite ingenti”. Le zone più colpite sono l’area attorno a Merano e la Bassa Val Venosta, dove le coltivazioni maggiormente danneggiate sono quelle di melo.
Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti nazionale l’estate 2020 (considerando l’intero territorio italiano) è stata segnata da più di tre grandinate al giorno. Gli agricoltori hanno steso le reti antigrandine per proteggere i raccolti che però non sono diffuse in maniera capillare.
“Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici – afferma Coldiretti – dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di fenomeni violenti. Sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense unite al rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”.