Migranti regolarizzati (VIDEO), la protesta a Trento: “Vogliamo che siano garantiti i diritti fondamentali, serve una sanatoria”
Il Governo vara un provvedimento per mettere in regola braccianti, colf e badanti, l’Assemblea Antirazzista: “Criteri troppo stringenti, serve una sanatoria generalizzata, da estendere a tutti coloro che si trovano in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica”

TRENTO. L’annuncio è arrivato ieri sera, 13 maggio, in diretta Facebook: il Governo ha scelto di fare un passo in avanti verso la regolarizzazione dei migranti. La ministra all’agricoltura, ex bracciante Teresa Bellanova si è addirittura commossa affermando: “Per qualcuno può essere un punto secondario, per me, per la mia storia è un punto fondamentale, da oggi gli invisibili saranno meno invisibili. Da oggi vince lo Stato perché è più forte della criminalità e del caporalato”.
Con questo provvedimento da un lato si vuole far emergere il lavoro nero, dall’altro provvedere alla “regolarizzazione” gli stranieri presenti sul territorio: dietro il pagamento di 400 euro (a carico del datore di lavoro) i dipendenti irregolari potranno essere messi in regola. Invece, gli stranieri con il permesso di soggiorno scaduto potranno richiederne uno nuovo della durata di 6 mesi. Se entro questo lasso di tempo il soggetto ottiene un contratto di lavoro il permesso temporaneo sarà convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Questa procedura sarà valida per alcuni settori: agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura, assistenza alla persona e lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. In sostanza potranno accedervi braccianti, colf e badanti.
Proprio oggi, 14 maggio, a Trento è andata in scena una protesta pacifica inscenata dall’Assemblea Antirazzista di Trento per chiedere al Governo quel passo in più verso una sanatoria generalizzata: “Rifiutiamo la visione utilitarista e culturale del Governo che ritiene il migrante come un soggetto ‘usa e getta’ utile solo come forza lavoro per l'agricoltura e l’allevamento, e nel lavoro di cura domestica”. Se in un primo momento la ministra Bellanova era orientata verso un provvedimento più esteso l’opposizione del Movimento 5 Stelle aveva rischiato di far saltare tutto.
“Abbiamo promosso questa iniziativa – spiega l’Assemblea – per ribadire che la ‘regolarizzazione’ contenuta nel decreto legge del Governo è totalmente insufficiente, parziale ed escludente. Per di più, la richiesta di un versamento amministrativo di 400 euro rappresenta un ulteriore elemento di esclusione operato sulla base del reddito della persona. Chi realmente pagherà questa quota, il datore di lavoro o il lavoratore?” si domandano i manifestanti. Secondo l’Assemblea antirazzista anche i criteri per il rilascio dei permessi sarebbero troppo stringenti.
L’obiettivo dei manifestanti è quello di riportare l’attenzione generale sui diritti della persona, questioni come il titolo di soggiorno anche slegato dal lavoro, un degno salario, la casa, l’accesso al welfare ed in particolare la garanzia del diritto alla salute, completamente assenti dal dibattito pubblico. “Vogliamo che siano garantiti i diritti fondamentali a chi in questi anni ne è stato privato da una normativa che a colpi di leggi securitarie e discriminatorie continua a produrre irregolarità ed esclusione. Sono più di 600mila le persone rese invisibili, alle quali si aggiungeranno coloro che per via della crisi economica o con permessi precari in scadenza non riusciranno a mantenere i requisiti necessari”.
Considerato che solo in pochi potranno usufruire della norma varata dal Governo l’Assembla chiede che la regolarizzazione sia generalizzata, estesa a tutti coloro che si trovano in condizione di irregolarità o di precarietà giuridica: “Per questo continuiamo a sostenere il rilascio di un permesso di soggiorno per attesa occupazione di almeno un anno, rinnovabile e convertibile in altro titolo di soggiorno che veda come unico requisito la presenza in Italia”.