



Si arrampicano sul tetto della chiesa che crolla durante [...]

Hanno scosso troppo forte la figlia per farla smettere di [...]

Coronavirus in Trentino, 3 positivi a Lavis e 2 casi a [...]

Le fiamme alte diversi metri avvolgono un'abitazione. [...]

Coniugi scomparsi, proseguono le ricerche dal ponte Resia [...]

Coronavirus, rebus seconde case: il Dpcm non vieta di [...]

Coronavirus, Benetollo: "Se si è stati a contatto con un [...]

Coronavirus, Pfizer da lunedì taglierà le forniture dei [...]

Coronavirus, il giallo dell’Rt trentino: nel [...]

Coronavirus, il ristorante aderisce alla protesta “io [...]
Professore universitario con il “doppio lavoro”: condannato a pagare 288mila euro
Giorgio Cacciaguerra è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 288.417 euro perché pur lavorando per l’università a tempo pieno avrebbe, nel frattempo, svolto vari incarichi come libero professionista. Altri due professori nel mirino della Corte dei Conti, il danno erariale ipotizzato supera i 350mila euro

TRENTO. La vicenda giudiziaria che vede coinvolti Giorgio Cacciaguerra e altri docenti era scoppiata nel 2018, un vero e proprio terremoto che colpì l’università di Trento (articoli QUI e QUI). Nell’indagine portata avanti dalla procura seguendo un doppio filone quello degli “appalti spezzatino” e quello sul “doppio lavoro”, le accuse sono pesantissime e vanno dai bandi che sarebbero stati pilotati, agli scambi di favori tra privati e dipendenti dell'Università, fino alla “doppio lavoro”, con doppia retribuzione (articolo QUI).
In questi giorni si è concluso il primo round della querelle giudiziaria che riguarda Cacciaguerra: i giudici della Corte dei Conti infatti hanno ritenuto l’imputato colpevole, accogliendo in toto le osservazioni sollevate dall’accusa. Il docente, oggi in pensione, del dipartimento di ingegneria civile ambientale e meccanica dovrà pagare 288.417 euro perché mentre lavorava a tempo pieno come docente all’università, contemporaneamente, avrebbe svolto una serie di incarichi come libero professionista.
Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore Marcovalerio Pozzato, tra il 2014 e il 2015 il professore avrebbe ricoperto altri incarichi, anche molto importanti, senza avvisare l’università e percependo sostanziosi compensi. La difesa di Cacciaguerra ha sostenuto al contrario che gli incarichi da libero professionista sarebbero stati portati avanti quando il docente aveva un contratto a tempo determinato, mantenendo successivamente solo degli incarichi formali. Spiegazione che evidentemente non ha convinto i giudici.
Nella stessa situazione, ma in attesa della sentenza, ci sono altri due docenti che devono rispondere delle stesse accuse: a Mosé Ricci (QUI aggiornamento), ordinario del dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale, architetto e coordinatore scientifico del tavolo di lavoro del Prg del Comune di Trento vengono contestati 52.782 euro; all’altro docente Giuseppe Scaglione ne vengono invece contestati 302.366 euro. La difesa di Cacciaguerra sembrerebbe intenzionata a fare ricorso in appello.