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A San Martino una panchina rossa per dire basta alla violenza sulle donne. Margoni: ''Oggi siamo qui per ricordare Deborah, Agitu, Alba Chiara ed Eleonora''
Ad accompagnare questo atto simbolico le letture di alcune poesie a cura di Chiara Turrini, Deborah Bonazza e Barbara Gabba e l’accompagnamento musicale di Isabella Corbolini, Luca Geat e Carolina Talamo. Presente anche il sindaco di Trento Ianeselli

TRENTO. Anche nel quartiere di San Martino è comparsa la prima panchina rossa per sensibilizzare la popolazione contro la violenza sulle donne. A presentarla il comitato San Martino e Buonconsiglio e il sindaco di Trento Franco Ianeselli che ha spiegato l'importanza di iniziative di questo genere e di come la situazione attuale sia estremamente difficile. “Il comitato ha migliorato il quartiere, ma il mio grazie va all’iniziativa della panchina - ha detto il sindaco Franco Ianeselli - anche se forse oggi non c’è molto da festeggiare per le donne, visti i tanti, troppi, femminicidi che hanno toccato la nostra città. La panchina rossa dopo la tragedia avvenuta a Cortesano con l'uccisione di Deborah serve a ricordarci ogni giorno dell’esistenza del problema”.

La panchina rossa è il simbolo del posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza. La panchina è il simbolo di un percorso di sensibilizzazione contro il femminicidio e la violenza maschile sulle donne e viene generalmente collocata in una piazza, in un giardino pubblico, davanti ad una scuola, a un museo o in un centro commerciale per mantenere viva una presenza, per far riflettere e pensare chi si trova anche solo a passare di lì. “Gli obiettivi da raggiungere sono tanti soprattutto nell’ambito dei diritti delle donne, più importanti di mimose e cioccolatini. La data che oggi abbiamo scelto è rappresentativa - spiega Martina Margoni neo presidente del comitato - e ricorda che discriminazioni e violenze sono ancora diffuse nel mondo e in Italia. Oggi siamo qui per ricordare Deborah, Agitu, Alba Chiara e Eleonora nostre concittadine vittime di violenza”.
“Il comitato è nato a novembre e comprende già settanta membri - racconta Walter Liber vicepresidente -. Questa è la prima iniziativa organizzata ma sono molte le idee per il futuro”.
“Educare all’amore”, è il titolo dell’iniziativa e significa creare una società senza violenze, crescendo donne libere e uomini rispettosi e aperti. “Ci vuole attenzione nelle scuole che educheranno gli uomini e le donne di domani ed è per questo che siamo qui a parlare e sensibilizzare l’argomento”. Ad accompagnare questo atto simbolico le letture di alcune poesie a cura di Chiara Turrini, Deborah Bonazza e Barbara Gabba e l’accompagnamento musicale di Isabella Corbolini, Luca Geat e Carolina Talamo.

Colorare una panchina non è ovviamente la soluzione ma porta a parlarne, riconoscere il problema e studiare delle soluzioni, e tutto questo è sicuramente un passo avanti. La violenza sulle donne, tra l'altro, è un problema che si è acuito nell'ultimo anno, dall'inizio della pandemia. Nel solo periodo compreso tra marzo e giugno 2020 il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat al numero antiviolenza 15.22 secondo i dati Istat è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6 percento), passando da 6.956 a 15.280.

Martina Margoni conclude ringraziando i presenti, le autorità, i musicisti e le voci:” Grazie a chi è venuto a condividere un momento di speranza insieme a noi”.