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Femminicidio di Deborah Saltori, da Fugatti a Rossi, da Valduga a Oss Emer: ''La violenza contro le donne è un problema di noi uomini''

Numerose le figure che invitano alla riflessione: "Il problema è molto più profondo e affonda le sue radici in una società e in una cultura in cui la prevaricazione maschile, l’asimmetria della relazione, l’assenza della parità di genere sono fenomeni socialmente accettati"

Di Luca Andreazza - 23 febbraio 2021 - 20:29

TRENTO. "La violenza contro le donne non è una questione che riguarda altri. E’ un problema di noi uomini. E’ ora di prenderne atto. Riguarda mariti ed ex mariti, compagni che non lo sono più, parenti e amici che si rivelano aguzzini. Maschi incapaci di gestire la frustrazione di un abbandono, di accettare la libertà delle donne, di convivere con l’autonomia femminile e che senza alcuna giustificazione insultano, aggrediscono, picchiano, uccidono".

 

Le indagini per ricostruire esattamente il terribile femminicidio sono in corso e gli inquirenti proseguono l'attività investigativa, mentre la comunità si stringe intorno ai figli di Deborah Saltori e si organizza per ricordare la 42enne uccisa nella campagna a Cortesano (Qui articolo). Un appuntamento è in agenda alle 20 di mercoledì 24 febbraio a Vigo Meano, la piazza sarà illuminata da fiaccole, lanterne e candele che ognuno porterà da casa. Un'altra iniziativa è una raccolta fondi per aiutare i figli della donna (Qui articolo).

 

Intanto alcuni messaggi di ricordo sono comparsi diversi messaggi per ricordare Deborah sulla panchina rossa posizionata dal Comune di Trento in piazza Santa Maria Maggiore per ricordare Agitu ma anche tutte le donne vittime di violenza: "Dalle stelle guidaci con un sorriso" e "Per Deborah, per tutte le donne che non hanno più voce. Basta con questa violenza. Basta femminicidi".

Un ennesimo femminicidio in Italia, un ennesimo femminicidio in Trentino. La tragica fine di Deborah Saltori si aggiunge, purtroppo, a quelle di Agitu Gudeta, Eleonora Perraro, Alba Chiara Baroni e Carmela Morlino negli ultimi anni.

 

La riflessione in forma integrale:

La violenza contro le donne non è una questione che riguarda altri. E’ un problema di noi uomini. E’ ora di prenderne atto. Riguarda mariti ed ex mariti, compagni che non lo sono più, parenti e amici che si rivelano aguzzini. Maschi incapaci di gestire la frustrazione di un abbandono, di accettare la libertà delle donne, di convivere con l’autonomia femminile e che senza alcuna giustificazione insultano, aggrediscono, picchiano, uccidono.

 

E non ci si può giustificare con l’incapacità di controllare la rabbia. Il problema è molto più profondo e affonda le sue radici in una società e in una cultura in cui la prevaricazione maschile, l’asimmetria della relazione, l’assenza della parità di genere sono fenomeni socialmente accettati. Siamo noi uomini gli attori di comunità che ancora oggi non riconoscono l’uguaglianza e la pari dignità tra uomini e donne e in modo più o meno esplicito sdoganano offese sessuali, insulti sessisti e fanno passare come normale un linguaggio che offende la dignità delle donne.

 

La brutale uccisione di Deborah, ammazzata dall’ex compagno, è solo l’ultima in un elenco drammatico di violenza di fronte a cui dobbiamo sentirci chiamati in causa in prima persona. E non bastano più parole di circostanza. Dobbiamo sentirci responsabili di non aver educato i nostri figli alla cultura del rispetto e non aver sostenuto le nostre figlie, amiche, compagne nella loro lotta per l’uguaglianza, per essere rimasti in silenzio di fronte a parole e azioni che feriscono e uccidono.

 

Noi uomini, mariti, figli, padri, giovani e anziani, siamo chiamati ad una netta assunzione di responsabilità pubblica, una presa di coscienza e un’azione a fianco di tutte le donne per costruire da oggi, ciascuno di noi nella propria dimensione privata e nell’esercizio del proprio ruolo sociale,  una società trentina che condanna la violenza di genere, che si impegna a fianco delle donne per costruire una cultura del rispetto delle differenze. Servono condanne, ma serve soprattutto che noi uomini agiamo dentro le nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nei luoghi della politica e dell’informazione, nelle aule legislative e nei tribunali per costruire una svolta nei comportamenti di ciascuno di noi. Serve fare educazione alle pari opportunità e contro la violenza sulle donne in tutte le scuole.

 

Le nostre mani non siano più armi, ma strumenti per costruire una società in cui la parità e il rispetto tra i generi diventino realtà ogni giorno.

Walter AlottiAndrea GrosselliRoberto Simoni
Giuseppe BertoliniFranco IaneselliPaolo Silvestri
Alessandro BettaAndrea La MalfaGiorgio Tonini
don Cristiano BettegaFausto ManzanaFrancesco Valduga
Michele BezziAndrea MiniucchiPaolo Zanella
Piergiorgio BortolottiLuca OliverLuca Zeni
Mario BortotAlessandro OliviAlex Marini
Matteo BorzagaRoberto Oss Emer 
Paolo ColliniEnrico Paissan 
Emanuele CornMassimiliano Pilati 
Lorenzo De PretoCarlo Plotegher 
Beppe FerrandiMauro Previdi 
Maurizio FugattiUgo Rossi

 

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