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Addio a Cesare Maestri, il grande alpinista è morto. Il figlio: ''Questa volta ha firmato il libro di vetta della scalata sulla sua vita''
Enorme cordoglio in Trentino, così come in tutto il mondo alpinistico. Si è spento Cesare Maestri, il "Ragno delle Dolomiti"

TIONE. E' morto Cesare Maestri. Il grandissimo alpinista trentino si è spento all'ospedale di Tione. Un enorme cordoglio in Trentino, così come in tutto il mondo alpinistico.
"Questa volta Cesare ha firmato il libro di vetta della scalata sulla sua vita", questo l'annuncio dato dal figlio Gianluigi, fino all'ultimo vicino al padre, malato da tempo. Una personalità unica, che in questo video esclusivo possiamo vedere insieme al giornalista trentino Nereo Pederzolli, parlare della propria infanzia in una passeggiata tra i "Casoni" che l'hanno visto crescere.
Nato nel 1929, Maestri era conosciuto nel panorama alpinistico mondiale come “il Ragno delle Dolomiti”, considerato un innovatore e tra i primi in grado di affrontare le vie di sesto grado (all'epoca ritenuto il grado di massima difficoltà) in solitaria in salita, ma soprattutto in discesa, come era solito fare solo il leggendario Preuss.
Rocciatore fortissimo, scrittore, guida alpina e partigiano, la sua intensa carriera alpinistica e il suo approccio moderno alle difficoltà avevano contribuito a lanciare la tecnica di arrampicata, così come a sviluppare nuovi materiali da montagna.
Dopo l'esperienza in guerra come partigiano comunista e la partecipazione alla guerra di Liberazione, tornò a Trento. Qui, cercando un modo per incanalare lo stress derivato dall'esperienza bellica, aveva iniziato a cimentarsi nell'arrampicata. Numerose le nuove vie aperte, l'esplorazione di pareti invernali, in discesa, di notte, in solitaria: comunque sempre al limite delle possibilità umane.
La prima grande impresa è del 1950, quando a soli 21 anni, salì in solitaria la Preuss al Campanil Basso, nelle Dolomiti di Brenta, dove nei due anni successivi si rese protagonista sulla Detassis-Giordani sul Croz dell’Altissimo, e sulla via Dibona. E poi la Comici sul Sassolungo e la Solleder sulla Civetta. Fino a diventare una figura fondamentale nel panorama internazionale.
Nel corso della sua attività alpinistica Maestri ha portato a termine circa 3.500 salite di cui almeno un terzo in solitaria. La sua passione per la montagna l’ha spinto a continuare ad arrampicare. All’età di 69 anni arrampicava ancora così bene che nel 1998 ripeté la via Maestri-Alimonta alla Rocca di San Leo.
Al Trento Film Festival aveva ricevuto il premio dedicato al senso che lo storico rocciatore è riuscito a dare alla sua vita tramite l’amore per la montagna, la sua capacità di interpretare nuovi stili, aprire nuove vie e diffondere la magia delle alte cime della nostra provincia e del mondo. Un riconoscimento per la sua carriera durante la quale ha contribuito a narrare e diffondere il fascino delle terre alte.