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Autobus 5 tra ritardi e mezzi strapieni. Andreatta: ''Il treno potrebbe essere la soluzione ma arriva 15 minuti dopo il via dei corsi. Dialogo aperto con l'Università''
Ogni mattina chi deve recarsi in collina utilizzando i mezzi pubblici si trova davanti a situazioni difficili tra autobus pieni e ritardi. Sulla ferrovia della Valsugana viaggiano metà dei treni e quello utile per gli universitari arriva in ritardo quando il professore inizia la lezione senza rispettare il quarto d'ora accademico

TRENTO. Da un lato il traffico dall'altro il numero consistente di studenti che i mezzi di Trentino Trasporti stanno registrando verso la collina per andare alle sedi universitarie di Mesiano e Povo. Una situazione che in molti stanno soffrendo con l'avvio della scuola dell'obbligo e la congestione stradale in aumento. Ritardi e utenti stretti come delle sardine sugli autobus sono situazioni che ormai purtroppo si vedono quotidianamente.
“Non è possibile andare avanti in questo modo, l'autobus 5 che è il mezzo verso la collina in certe fasce è impraticabile da quanto è pieno. Per non parlare dei ritardi. Qualche volta il mezzo nemmeno si ferma perché ha i posti esauriti” spiegano a ilDolomiti alcuni studenti.
La questione non è per nulla semplice e la situazione potrebbe in qualche modo migliorare solamente se ci fosse un maggiore dialogo tra la Provincia e l'Università.
Da una parte Trentino trasporti, per quanto riguarda la linea 5 in particolare, ha messo in servizio tre nuovi autosnodati. Si è poi deciso di consigliare il treno della Valsugana delle 8.24 senza però arrivare ad una soluzione del problema.
Per capire bene la situazione è utile fare un passo indietro. Il numero di treni che ad oggi vengono utilizzati sulla linea della Valsugana è praticamente dimezzato. Da qualche tempo, infatti, si sta registrando un'usura anomala delle ruote in particolare dei bordini, ovvero dei profili dei cerchi che sono a contatto diretto con la rotaia. Normalmente questo comportata una azione di tornitura dei cerchi ogni 60 mila chilometri, operazione che invece ora si ha attorno ai 10 mila chilometri. Sulle cause sono in corso delle verifiche da parte di Rfi. “Da qualche settimana – ci spiega il dirigente di Trentino Trasporti, Roberto Andreatta – degli undici treni in servizio normalmente ne abbiamo effettivamente 6 di operativi”.
Questo, ovviamente, ha ridotto la potenzialità delle ferrovia anche di servire le sedi universitarie in collina. Normalmente sarebbero due i treni utili alla mattina. Il primo è quello delle 8.04 che però al momento è stato auto-sostituito. Il secondo, ancora in funzione, è quello delle 8.24 che però molti studenti rinunciano a prendere.
Per quale motivo? Non permette agli universitari di arrivare in tempo alle lezioni. Purtroppo infatti, per molti le lezioni iniziano alle 8.30 e il quarto d'ora accademico spesso non viene rispettato dai professori. Il treno che parte alle 8.24 arriverebbe alle 8.45 e molti studenti si trovano così con le lezioni già avviate.
“Da ormai diverso tempo – spiega Andreatta – stiamo portando avanti un dialogo con l'Università di Trento per cercare di risolvere questa situazione. Sarebbe un tassello importante in una situazione difficile. Il treno consente di trasportare circa 200 persone alleggerendo il carico sugli autobus”.