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Fugatti contro ''gufi'' e giornalisti: ''Noi e Molise gli unici sempre in zona gialla''. Ma in Trentino c'è 1 morto ogni 728 abitanti, in Molise 1 ogni 1.263
Il presidente Fugatti ha attaccato (ancora) i giornali che hanno denunciato la scarsa trasparenza nella gestione della pandemia in Provincia di Trento e i troppi morti rispetto ad altri territori (anche al vicino Alto Adige, due volte zona rossa e ora arancione che però conta un decesso ogni 913 residenti) eppure i dati (e ci limitiamo solo alla seconda ondata, quella delle zone colorate) raccontano questo. Poi lo scivolone sui cittadini che non leggono certa informazione proprio nelle settimane in cui chiude il Trentino e giornalisti e collaboratori restano senza lavoro

TRENTO. Nel fare il punto sul quadro odierno del contagio il presidente Fugatti, dopo essersi complimentato con sé stesso per la zona gialla spiegando che in questa seconda ondata ''in Italia siamo gli unici che sono stati sempre gialli oltre al Molise'' ha attaccato i giornali e tutti quelli che si sono azzardati, in qualche modo, a mettere in discussione la gestione fugattiana della pandemia soprattutto per quanto riguarda la trasparenza e la comunicazione dei dati che, lo abbiamo detto tante volte, se fossero state più accurate avrebbero permesso alla popolazione di essere più informata e quindi attenta.
Visto che il presidente è partito dal paragone con il Molise partiamo anche noi da qui. Il Trentino dal primo settembre sino a ieri ha fatto registrare 739 decessi (in totale dalla prima ondata i morti sono 1.203) un dato altissimo rispetto a tutto il resto del Paese che proporzionato ai 538.000 abitanti della Provincia di Trento si traduce in un morto ogni 728 trentini. Il Molise nella seconda ondata è stato colpito duramente a livello di decessi con 242 morti dal primo settembre (nella prima c'erano stati solo 23 morti) e quindi in proporzione con i suoi 305mila abitanti vuol dire che si è registrato un morto ogni 1.263 molisani. Insomma zone gialle tutto il tempo ma risultati drammaticamente diversi con i trentini colpiti in maniera nettamente peggiore dal virus.
Per capirsi il vicino Alto Adige, due volte zona rossa, addirittura zona ''rosso scuro'' per l'Europa, dal primo settembre ha fatto contare 570 morti (nella prima ondata erano stati 292) e con i suoi 521 mila abitanti conta un morto ogni 913 altoatesini. Fugatti, però, è contento di come è andata e lo ha ribadito anche oggi. Il presidente, infatti, in conferenza ha quindi riferito che l'Rt del Trentino è il più basso d'Italia in questa settimana e ha attaccato esplicitamente i giornali che non darebbero queste notizie positive proprio il giorno che anche il Dolomiti apriva il sito così (QUI ARTICOLO).
Il presidente ha proseguito la sua J'Accuse al mondo dell'informazione attaccando le analisi dei dati fatte in queste settimane e soprattutto quelle sui dati ''fantasma'', quei positivi agli antigenici che per settimane non sono stati comunicati ai cittadini. Un dato di fatto, questo, visto che è emerso chiaramente che solo nel mese di novembre oltre 13.000 contagi, quelli trovati con i tamponi antigenici, non sono stati comunicati alla cittadinanza ed è impossibile negare che l'onda del contagio era molto più importante rispetto a quanto dichiarato pubblicamente ai trentini nelle sue conferenze stampa. La dimostrazione palese si ha da questa slide che il Dolomiti ha pubblicato in esclusiva e che è della stessa Apss dove è ben evidente quanto veniva comunicato ai cittadini (le barre in blu, i positivi ai molecolari) e quanto non veniva comunicato ai cittadini (le barre in rosso i positivi agli antigenici). E non importa cosa chiedeva il ministero: i trentini chiedevano di sapere i dati completi e meritavano di conoscerli per poter adottare comportamenti informati e coscienti.

Fugatti si è giustificato, ancora una volta, dicendo che nessuno a livello nazionale gli ha chiesto niente al riguardo e che tali polemiche lasciano il tempo che trovano. Eppure alla domanda ''perché in Trentino si muore così tanto di Covid'' il massimo della risposta ottenuta in queste settimane è stato quel confuso tentativo di difesa apportato da Benetollo e Ferro che hanno parlato di una popolazione più anziana in Trentino rispetto ad altri territori italiani, perché in provincia di Trento si vive più a lungo. Ammesso e non concesso tutto ciò (visto che il Trentino ha la popolazione più giovane d'Italia assieme all'Alto Adige da dati Istat e anche in valori assoluti la percentuale di anziani rispetto alla popolazione sono comunque più basse del vicino Alto Adige QUI ARTICOLO) sembra ancor più incredibile che non si sia deciso di proteggere una tale popolazione ritenuta tanto fragile dai vertici dell'Apss.
Insomma la linea difensiva di Benetollo e Ferro non sta in piedi perché il Trentino è tra i territori con un'età media più bassa d'Italia ma se fosse quello con più anziani, come spiegato dall'amministrazione fugattiana, allora sarebbe stata responsabilità di chi lo guida mettere in sicurezza il più possibile e il prima possibile un tale, fragile (sempre ammettendo questo ragionamento), territorio. Invece ''siamo sempre stati zona gialla, alla faccia dei gufi'', ha ripetuto Fugatti ''e non mi meraviglio se la gente legge sempre meno i giornali se questo è il tipo di informazione'', ha aggiunto proprio mentre sono le settimane della chiusura del quotidiano Trentino in provincia di Trento. Un affondo davvero poco elegante da parte di chi, come Fugatti, fa parte della categoria ritenuta meno affidabile dagli italiani, la professione considerata in assoluto meno prestigiosa: quella dei politici.
La classifica stilata nel sondaggio Demos di un anno fa, infatti, mette come ultima categoria proprio quella di cui fa parte Fugatti con un gradimento del 27%. I giornalisti non se la cavano molto meglio con il 47% però è la dimostrazione che se Atene piange Sparta non ride.
