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I clienti bevono all'esterno e il bar viene multato e chiuso per 5 giorni. Il titolare: "Non esiste una linea guida"
Il titolare del pub Flambard, a Trento sud, è stato raggiunto da una multa e da un ordine di chiusura per 5 giorni. Dopo aver telefonato ai vigili urbani per sapere come comportarsi con i clienti che consumano le bevande fuori dai bar, ha riaperto ma per un giorno appena. "Non c'è una linea guida. Le forze dell'ordine agiscono con discrezionalità"

TRENTO. “Quello che mi dispiace di più è che non ci sia una linea guida sull'asporto, che ogni forza dell'ordine che interviene lo faccia con discrezionalità. Com'è possibile che la polizia locale dica una cosa e la polizia di Stato arriva al bar, non fa nemmeno un'ammonizione e stabilisce la chiusura del locale per 5 giorni?”.
E' rammaricato, il titolare del pub Flambard Loris Travaglia. Il bar di Trento sud, noto per l'ottima birra alla spina, aveva appena riaperto al servizio d'asporto quando si è visto raggiungere da un'ingiunzione di chiusura. La ragione? Al di fuori del locale c'erano 6 persone che stavano consumando una bevanda comprata all'interno con tutti i “crismi” del caso. Venduti con i tappi di plastica richiesti dalla normativa vigente, i bicchieri venivano svuotati tra qualche chiacchiera al di fuori del pub e questo è bastato agli agenti per stabilire la chiusura.
Eppure Travaglia si era informato per riaprire secondo le regole, posticipando proprio di una settimana il momento dell'apertura all'asporto. “Avevo riaperto martedì – spiega – dopo aver chiamato i vigili urbani per capire se la responsabilità della gente fuori a bere fosse mia. La risposta è stata che il problema non era mio, bensì dell'utenza. Ma qualcuno è passato e ha fatto una segnalazione. E così sono arrivate tre volanti della polizia che hanno multato me e i clienti”.
Tra le rassicurazioni della polizia locale e quanto fatto dalla polizia di Stato v'è dunque una differenza non da poco. “Qui però c'è un grosso problema di comunicazione, perché prima di aprire mi sono informato e ho chiesto esplicitamente riguardo a questa situazione – continua – fino ad ora non avevo mai preso una multa durante la pandemia e la mia riapertura è stata pensata e voluta per stare nelle regole. La mazzata è quindi doppia, non solo dal punto di vista economico ma anche per il dispiacere di una mancanza di una linea guida coerente. Chi interviene in queste situazioni lo fa a sua discrezionalità”.

Il nodo rimane quindi lo stesso: il comportamento dei clienti è responsabilità dei titolari dei locali? “E' una cazzata che i clienti prendono qualcosa e se ne vanno – risponde Travaglia – cosa cambia se bevi fuori o a 30 metri di distanza? Il virus si comporta in maniera diversa? Se passi di fronte ai bar, molti hanno delle persone che si fermano fuori a bere una cosa. Per un pub, poi, dubito che qualcuno venga e si porti via la birra. Eppure non esiste una linea guida condivisa nemmeno tra le forze dell'ordine”.
“Io settimana scorsa non mi sono fidato a riaprire e ho voluto attendere per farlo dopo essermi informato. Ho riaperto il martedì, finalmente, e il mercoledì alle 17.30 già mi trovo a essere multato per delle persone che si fermano a consumare una bevanda davanti al bar. In più, il bar riceve anche 5 giorni di chiusura”.
Dal punto di vista economico, le conseguenze non possono che essere dure. “Abbiamo ricevuto degli aiuti economici nella fase più difficile della pandemia, lo scorso anno – conclude – ma tra dicembre e gennaio non è arrivato niente, così come con le limitazioni agli orari successive. Non si sa quanto, come e quando riceveremo eventuali aiuti. Io intanto per questa situazione mi sono preso 400 euro di multa tondi e 5 giorni di chiusura. E non credo di poter riaprire settimana prossima, considerando che stiamo per entrare in zona rossa”.