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Stop alcol all'Outside, il titolare: “Abbiamo chiesto aiuto alle autorità, ci hanno risposto con sanzioni e un'ordinanza”. Anche l'Udu contro la decisione di Ianeselli

Gabriele Gerosa, uno dei tre titolari del locale in via della Costituzione nel quartiere delle Albere, dice la sua dopo l'ordinanza con la quale il sindaco di Trento ha imposto, dal 2 ottobre al 1 novembre,  il divieto di vendita per asporto e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche dalle 22 e 30 alle 6 del giorno successivo: “Ci sentiamo traditi”. Sulla questione è intervenuta anche l'Unione universitaria: "Ancora una volta il dialogo ci è stato negato"

 

Di Filippo Schwachtje - 01 ottobre 2021 - 17:36

TRENTO. “Per ogni serata abbiamo fino a 4 addetti impegnati a garantire il rispetto delle regole e dell'ordine, abbiamo realizzato una cassa fiscale e una postazione bar all'esterno per riuscire a sparpagliare i nostri clienti ed evitare assembramenti, abbiamo addirittura chiesto alla Polizia locale di venire durante una serata per darci una mano a capire come gestire la situazione nel modo più ottimale, proprio perché siamo consapevoli che abbiamo un afflusso di moltissime persone al locale, molte volte sopra le aspettative: in risposta a tutto questo sono arrivate solo sanzioni e ora un'ordinanza che, probabilmente, ci costringerà a dover lasciare a casa dei giovani lavoratori. Ci sentiamo traditi”. A parlare è Gabriele Gerosa, uno dei tre titolari del bar Outside, in via della Costituzione nel quartiere delle Albere, che dopo un'ordinanza del sindaco di Trento Franco Ianeselli, dal 2 ottobre al 1 novembre, non potrà effettuare “vendita per asporto e somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche”. La vendita e somministrazione di alimenti e bevande (non alcoliche) infatti, potrà avvenire “esclusivamente con servizio al tavolo all'interno del locale o nel plateatico esterno” (Qui Articolo).

 

“Pochi giorni fa – spiega Gerosa – abbiamo avuto un incontro con il vice-sindaco Stanchina, la 'sindaca della notte' Casonato e il vice-comandante della Polizia locale per chiedere aiuto alle autorità su come gestire questa situazione”. La conseguenza naturale della ripresa delle serate, sottolinea infatti il titolare dell'Outside, è il ritorno anche dei clienti e di tutte le problematiche che ne conseguono. L'ordinanza del sindaco si è resa necessaria, si legge nel documento “a seguito di situazioni di disturbo per le vicine residenze e fenomeni di degrado urbano segnalati più volte a partire dallo scorso mese di maggio, in gran parte dovuti alla permanenza serale e notturna di numerosi gruppi di avventori del locale, contrarie anche alle disposizioni per il contenimento dell'epidemia da Covid-19 e agevolate o aggravate dall'abuso di alcol”.

 

La situazione descritta, secondo Gerosa, sarebbe però “assolutamente esagerata”. “Ci dipingono come il locale che non siamo – ribadisce il titolare dell'Outside – evidentemente chi parla di degrado non sa cosa sia il degrado, visto che nel nostro caso si parla al massimo di una bottiglia di birra in terra. Poi capisco che il rapporto con i residenti della zona sia difficile, abbiamo provato ad avere un confronto ma la nostra proposta è caduta nel vuoto. Abbiamo chiesto alla Polizia locale di presentarsi durante una serata e darci una mano, indicarci delle linee guida da seguire perché se è vero che per noi gli eventi serali sono molto importanti, e spesso portano al nostro locale moltissime persone, allo stesso tempo vogliamo fare le cose per bene. Non si sono presentati alla prima riapertura, alla seconda ci hanno sanzionato e poi ora è arrivata l'ordinanza. In sostanza abbiamo chiesto aiuto e l'aiuto non è arrivato, anzi”.

 

Le serate all'Outside (il mercoledì e il venerdì) dall'inizio dell'estate si sono sempre concluse a mezzanotte, dice il titolare, quando il locale chiudeva interrompendo la somministrazione di bevande. “Nonostante le numerose richieste non ci è ancora stato comunicato quale sia la nostra esatta area di adiacenza – conclude Gerosa – quella quindi dove la responsabilità ricade ancora sul locale. A questo punto poi non capisco nemmeno se il problema siano gli 'assembramenti' o la quiete pubblica. Siamo sanzionati per i protocolli anti-Covid ma ogni volta che le forze dell'ordine arrivano ci dicono che hanno chiamato i vicini infastiditi”.

 

Sulla questione è intervenuta anche l'Unione degli universitari che, citando un post del sindaco Ianeselli, in cui il primo cittadino proponeva di trovare luoghi alternativi per il ritrovo notturno, in zone come Piazza Dante o Le Albere, sottolinea come ancora una volta non ci sia stato dialogo. "Oggi Franco Ianeselli firma una nuova ordinanza che colpisce proprio dove lui stesso affermava di voler far stare studenti e giovani trentini. Ancora una volta il dialogo ci è stato negato, ancora una volta noi e gli esercenti facciamo le spese, malgrado tutti i nostri sforzi, della totale incapacità dell'amministrazione comunale nel programmare e ampliare l'offerta ludica e culturale di Trento, nonché nell'immaginare una pianificazione urbanistica diversa, che non ci costringa ad ammassarci tutti negli stessi, pochissimi, spazi pubblici che ci vengono concessi".

 

 

 

 

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