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Sciame sismico tra Veneto e Trentino, il presidente Ingv: “E' una zona attiva e in grado di generare terremoti come quello del Friuli nel 1976”
Il presidente dell'Istituto nazionale di geografia e vulcanologia Carlo Doglioni dopo i terremoti che negli scorsi giorni hanno interessato parte del Veneto e del Trentino: “Magari potessimo dire che non c'è pericolo. Una piccola parte di queste sequenze sfocia in eventi di magnitudo maggiore''

TRENTO. Sono stati diversi i terremoti che negli scorsi giorni si sono verificati in Veneto, in particolare nell'area pedemontana della Provincia di Treviso, l'ultimo ieri (29 settembre) quando verso le 16 e 20 la terra ha iniziato a tremare con una magnitudo di 3.6 gradi nella scala Richter (Qui Articolo), il presidente dell'Istituto nazionale di geografia e vulcanologia Carlo Doglioni al Dolomiti: “Il 95% delle sequenze di questo tipo si esaurisce in nulla, ma in una piccola parte dei casi questo tipo di eventi sfociano invece in un terremoto di magnitudo maggiore”.
L'area interessata, continua infatti l'esperto: “E' molto attiva dal punto di vista tettonico, magari potessimo dire che non c'è pericolo. Sappiamo che in quella regione prima o poi si verificherà un sisma simile a quello avvenuto in Friuli, quindi con magnitudo maggior a 6 e in grado di provocare danni ingenti”. Quelli che si sono verificati negli scorsi giorni infatti sono terremoti 'minori', che non hanno mai superato i 3.9 gradi di magnitudo, ma l'area pedemontana Veneta è ad alto rischio sismico e nei prossimi giorni, dice Doglioni: “Possiamo aspettarci altri terremoti simili, sulla scia di quelli appena avvenuti”.
La zona pedemontana veneta è in quella che si definisce 'lacuna sismica': “Nonostante sia ad alto rischio – continua Doglioni – da molto tempo non si sono verificati episodi importanti. Le due placche che insistono in quell'area sono quella Adriatica e quella Europea, che convergono alla velocità di ben 2 millimetri all'anno. Non abbiamo in questo momento i mezzi per prevedere se ad uno sciame sismico del genere farà seguito un terremoto più importante, ma non possiamo nemmeno escludere purtroppo questa eventualità”.