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Senzatetto costretti a mangiare in strada. L'ex direttore del Punto d'Incontro: "Politica che non sa dare risposte indegna di definirsi scienza e arte del governare''
Molte persone che fino a ieri usufruivano dei servizi di bassa soglia non hanno ancora potuto vaccinarsi. Ora con la richiesta del Green Pass non possono più entrare nelle strutture. Piergiorgio Bortolotti: "Ciò che indigna e dovrebbe indignare ogni persona minimamente onesta è che sia dovuto al fatto che le persone coinvolte non hanno potuto beneficiare del vaccino anti covid perché semplicemente ignorate come non esistenti”

TRENTO. Prima le difficoltà nel riuscire ad ottenere un vaccino. Difficoltà nel avere i documenti, nel potersi prenotare ed avere quella somministrazione importante per chi si trova a vivere in strada e a fare i conti, più di altri, con il Covid19. Fragilità sociali ignorate e che ora, ancora una volta, rischiano di essere nuovamente emarginate.
“Una politica che non sa dare risposte strutturali alle povertà ma si balocca e trastulla inventando modalità di lotta ai poveri è indegna di definirsi scienza e arte del governare”. Le parole sono di Piergiorgio Bortolotti, l'ex direttore del Punto d'Incontro, l'uomo che più di tanti altri ha seguito fin dall'inizio le orme di don Dante.
Le sue parole, riportate in un post di Facebook, sono pesanti e riguardano la situazione che è venuta a crearsi con l'introduzione del Green Pass e l'impossibilità per tanti ospiti del centro di via Travai di poter accedere ad un posto al chiuso per consumare un pasto caldo, spesso l'unico di un'intera giornata. (QUI L'ARTICOLO)
“La notizia per cui gli ospiti del Punto d’Incontro non potranno, salvo correzioni dell’ultimo momento – spiega - accedere alla mensa a causa delle nuove regole anti-covid sui servizi nelle sale al chiuso, non meraviglia. Ciò che indigna e dovrebbe indignare ogni persona minimamente onesta è che sia dovuto al fatto che le persone coinvolte non hanno potuto beneficiare del vaccino anti covid perché semplicemente ignorate come non esistenti”.
Spesso le persone che si trovano a chiedere aiuto alle strutture di bassa soglia non hanno una tessera sanitaria magnetica, spesso non hanno documenti in regola e spesso vivono e lavorano come “fantasmi”. Sono senzatetto, migranti, persone che non riescono ancora ad accedere alla prenotazione del vaccino e alcuni non dispongono di nessuna rete sociale di appoggio, vivono in soluzioni abitative precarie. Già nei mesi scorsi il gruppo Immigrazione Salute del Trentino aveva lanciato un appello affinché nessuno fosse escluso dalla vaccinazione chiedendo particolare attenzione alle cosiddette fragilità sociali. Un appello che, purtroppo, è rimasto inascoltato. (QUI L'ARTICOLO)
“Parafrasando Fëdor Dostoevskij – ha continuato Bortolotti - si potrebbe sostenere che il livello di civiltà di un Paese si misura osservando la situazione delle persone definite senza dimora. Oggi è la volta del servizio mensa, domani tornerà attuale l’annosa questione, sempre invariabilmente definita emergenza freddo, pur sapendo che dopo ogni estate torneranno costantemente le brume autunnali e a seguire l’inverno”.
Della situazione ve ne avevamo dato conto nelle scorse ore. Ad intervenire sul problema è stato anche l'artista Johnny Mox. “Non ci sarebbe nulla da eccepire se queste persone fossero state vaccinate per tempo come più volte richiesto dagli operatori di un servizio definito essenziale. Invece la campagna vaccinale in Trentino ha scelto di ignorare deliberatamente le persone che vivono in strada, che non hanno documenti, permesso di soggiorno né tessera sanitaria”.
E continua: “Queste 150 persone quindi, dopo non aver potuto nemmeno contare sul diritto a vaccinarsi, da un giorno all'altro non avranno più nemmeno il diritto di entrare al Punto d’Incontro, dovranno mangiare sulle sedie in strada. A meno che non si faccia qualcosa ovviamente”.