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Subiva da quasi 15 anni violenze e minacce di morte dal marito: grazie ai suoi figli una donna trova il coraggio di denunciare
Veniva maltrattata dal marito sin dall’inizio del loro matrimonio, quindi dal 2007. Una donna di Verona ha trovato il coraggio di denunciare le violenze subite grazie ai suoi figli, che ogni volta piangendo chiedevano al padre di smettere di picchiare la madre. L’ultima intimidazione, “Quando arrivo a casa ti taglio la gola”, ha convinto il figlio più grande a chiedere con forza alla madre di dire basta ai maltrattamenti

VERONA. Il figlio più grande l’ha convinta a dire basta a una situazione di violenza che si protraeva da anni. È la storia di una mamma di Verona che ieri, sabato 1 ottobre, si è finalmente rivolta alla Questura per denunciare il marito che la maltrattava sin dall’inizio del loro matrimonio, quindi dal 2007.
“Grazie amici, adesso ci sentiamo al sicuro”, ha detto la più piccola dei tre figli della donna ai poliziotti, che hanno attuato la normativa prevista dal Codice Rosso per bloccare la triste storia di violenza. L’ultima intimidazione ricevuta dalla donna, quella che, assieme alle parole dei suoi figli, le ha dato la forza di denunciare, risale a qualche giorno fa. Il marito le aveva intimato al telefono: “Quando arrivo a casa ti taglio la gola”.
La donna ha racimolato allora tutte le sue forze per recarsi negli uffici di Lungadige Galtarossa, sede della Questura di Verona, dove ha trovato il coraggio di ammettere la sua condizione di vittima e di denunciare il marito. Sin dal 2007, dall’inizio del suo matrimonio, la donna era vittima di violenza. Gli atteggiamenti del marito erano spesso accentuati dall’abuso di alcolici. Un comportamento usuale, tanto che la donna, quando lui rientrava a casa la sera, diceva ai bambini di chiudersi in camera per evitare che assistessero alla scena. I piccoli, però, non sono rimasti con le mani in mano, anzi: spesso erano loro a intervenire piangendo e implorando al padre di smettere di picchiare la madre.
Dopo tanti anni, la donna ha finalmente trovato la forza di denunciare anche grazie ai suoi figli. Spesso infatti la donna che subisce violenza fatica a riconoscersi vittima e, in secondo luogo, a trovare la forza di denunciare, perché spesso spera e pensa che chi la maltratta possa ravvedersi. L’uomo stava tornando a casa da un viaggio all’estero e, di fronte all’ennesima minaccia di morte, il figlio maggiore ha convinto la madre a chiedere aiuto. La Questura di Verona ha rassicurato la madre e i tre bambini, che troveranno una struttura protetta dove saranno al sicuro.
“Le vittime si chiudono nel silenzio, hanno paura di raccontare e di denunciare alla polizia”, ha detto Petricca, questore della Città scaligera. “È per questo che i poliziotti e le poliziotte che si trovano ad avere a che fare con situazioni di questo genere sono formati non solo per garantire una efficace e tempestiva gestione operativa dell’intervento sul luogo della violenza, ma anche per adoperarsi, con la sensibilità necessaria, affinché le vittime possano trovare in noi conforto e per spingerle, nonostante il dramma vissuto, a riporre in noi la loro fiducia”.
Petricca ha inoltre sottolineato l’importanza e la triste attualità - visti i recenti casi di femminicidi - della campagna “Questo non è Amore”, lanciata nel 2016 dalla Direzione centrale anticrimine del Dipartimento di pubblica sicurezza. Una campagna che impegna la Polizia di stato a sensibilizzare le vittime di violenza, per infondere in loro il coraggio di dire basta a una condizione di vessazione fisica e psicologica