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Usava il laccio d'acciaio per soffocare e bloccare gli ungulati e nel congelatore teneva uccellini anche protetti: denunciato bracconiere

L'uomo in casa aveva trappole per la cattura di lepri, tagliole per l’avifauna e di dimensioni più grandi, armi, illecitamente detenute, munizionamento per fucili a canna rigata, polvere da sparo ed infine parti di armi da guerra con relative munizioni

Pubblicato il - 17 settembre 2021 - 18:07

TRENTO. Il laccio d'acciaio porta a morte l’ungulato per soffocamento, quando il cappio stringe il collo, oppure per stenti, quando il cappio chiude la sua morsa su altre parti del corpo, impedendone la fuga. Ed era proprio questo lo strumento usato da un bracconiere denunciato al termine di un'operazione antibracconaggio condotta in collaborazione con i guardiacaccia dell’Associazione cacciatori trentini nelle campagne a sud di Trento.

 

E' quindi scattata la perquisizione domiciliare, in seguito al rinvenimento del laccio in acciaio per la cattura della selvaggina, un laccio che era stato ancorato alla base di un albero e posizionato in un luogo idoneo per la cattura di caprioli, lungo uno stretto sentiero. Dopo numerosi appostamenti gli agenti sono riusciti a risalire all’identità del responsabile e a sorprenderlo proprio mentre stava posizionando un’altra trappola.

 

 

E nella sua casa l'uomo deteneva numerosi strumenti per la cattura fraudolenta di fauna selvatica. Nel corso della perquisizione, scattata immediatamente, i forestali hanno rinvenuto anche trappole per la cattura di lepri, tagliole per l’avifauna e di dimensioni più grandi, potenzialmente utilizzabili per la cattura di animali di grossa taglia. Sono state rinvenute inoltre armi, illecitamente detenute, munizionamento per fucili a canna rigata, polvere da sparo ed infine parti di armi da guerra con relative munizioni. Nei congelatori dell’abitazione sono stati scoperti uccelli (turdidi, fringillidi e falconiformi), anche di specie protette, e carne di selvaggina già confezionata e di provenienza ignota.

 

Il proprietario, un uomo della Valle dell’Adige, è stato segnalato all’Autorità giudiziaria dal Corpo forestale Trentino.

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