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Caprioli feriti, dopo la mamma soppresso anche il piccolo. Giovannini (Servizio Foreste) "Difficile possa vivere da solo, la valutazione è fatta dal veterinario sul posto"

Mamma e cucciolo di capriolo sono stati trovati feriti in un'area di campagna ad Ala. E' stata avvertita la Guardia Forestale che a sua volta ha chiesto l'intervento del veterinario. Entrambi probabilmente sono stati investiti. Giovannini (Servizio Foreste): "Vengono valutati una serie di aspetti tra cui la possibilità anche di sopravvivere da parte dell'animale non solo alle ferite ma anche poi nel momento in cui ritorno nel proprio habitat"

Pubblicato il - 16 October 2022 - 19:31

ALA. Mamma e cucciolo di capriolo soppressi dopo essere stati trovati in campagna feriti, forse investiti da un'auto. E' una triste storia quella che arriva da Ala e che ci è stata segnalata da una lettrice proprio in queste ore.  Una storia ancora più triste perché a finire soppresso è stato anche un cucciolo che, secondo quanto riportato dalla testimonianza dei presenti, avrebbe avuto "ferite minori rispetto la madre". 

  
La vicenda è avvenuta sabato quando una cittadina in una zona di campagna di Ala, ha trovato stesi nell'erba mamma e cucciolo di capriolo feriti. L'ipotesi è che i due siano stati investiti. E' stata immediatamente avvertita la Guardia Forestale che a sua volta ha chiesto anche l'intervento di un veterinario

 

"La mamma – racconta la lettrice -  è stata soppressa per le ferite troppo gravi. Quello che ci ha rattristato di più è che hanno dovuto sopprimere anche il cucciolo con ferite guaribili in poco tempo”.  In assenza di un centro di recupero faunistico, dopo che nel 2020 hanno chiuso il Centro Casteller, "Si sono poi rivelati inutili i tentati fatti di chiedere di trasferire il piccolo nel centro di recupero più vicino fuori regione. Ci hanno rifiutato la richiesta” spiega a il Dolomiti la lettrice.

 

A confermare che non esiste ad oggi un Centro di recupero provinciale per animali come i caprioli, camosci e altri è Sergio Merz della Lipu . Il Centro di recupero fauna Alpina di Casteller, infatti, fino al 2019 – 2020 era gestito, a titolo gratuito, dall'Associazione Cacciatori. Poi però è stato chiuso.  “La gestione di questi animali – ci spiega Merz – da quel momento per la nostra Provincia è avvenuta in maniera sommaria. Vedremo ora come la Provincia ha intenzione di riorganizzare il sistema”. 

 

Abbiamo chiesto dei chiarimenti a Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio Foreste della Pat che ha spiegato come “Le valutazioni sulla possibilità dell'animale di sopravvivere vengono fatte dal veterinario sul posto secondo seri e determinati parametri”. 

 

 “Vengono valutati una serie di aspetti – ci spiega il dirigente – tra cui la possibilità anche di sopravvivere da parte dell'animale non solo alle ferite ma anche poi nel momento in cui ritorno nel proprio habitat. C'è un'esperienza consolidata che conferma il fatto che gli animali piccoli, soprattutto gli ungulati, quando vengono trovati in determinate condizioni difficilmente riescono a sopravvivere da soli”.

 

Fondamentale è la valutazione che viene quindi fatta dal veterinario sul posto che decide quindi se l'animale deve essere soppresso o se può essere trasferito un centro di recupero . “Ovviamente è spiacevole quando si tratta di animali così piccoli” ha spiegato Giovannini.

 

Per quanto riguarda i centri presenti sul nostro territorio è sempre il dirigente della Pat che spiega la presenza di diversi punti di riabilitazione in Trentino per la fauna. “E' vero che negli anni scorsi è stato chiuso il centro provinciale di recupero fauna gestito dai cacciatori – chiarisce – ma ci sono altri centri dislocati in tutto il territorio e il Trentino su questo è ben organizzato”.

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