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Stop al vin brulé nei chioschi in centro a Trento, il Tar dà ragione al Comune: ordinanza legittima. Stanchina: ''Confermata la correttezza del nostro operato''

Una vicenda che va avanti da  diverso tempo e che ha visto protagonista da una parte l'amministrazione comunale e dall'altra i titolari delle due casette che si trovano in via Calepina e via Oss Mazzurana 

Di G.Fin - 05 November 2022 - 10:48

TRENTO. “La sentenza conferma l'operato nella correttezza della pubblica amministrazione, che a fronte di provvedimenti o regolamenti non ha nomi e cognomi sulle scrivanie ma situazioni di ragionamento collettivo, per tutti e su tutta la cittá”. Usa queste parole il vicesindaco di Trento, Roberto Stanchina per commentare la decisione arrivata nelle scorse ore dal Tar di Trento che ha confermato la legittimità dell'ordinanza emessa dal Comune di Trento con la quale era stata vietata la vendita del vin brulè, ai chioschi che sono presenti per le vie del centro.

 

Una vicenda che va avanti da diverso tempo e che è finita a carte bollate con uno scontro che ha riguardato i titolari delle due casette di legno che si trovano in via Calepina e via Oss Mazzurana.

 

Per capire cosa sia successo bisogna fare qualche passo indietro. Per diverso tempo le due casette hanno potuto vendere oltre le caldarroste, unica attività prevista dai regolamenti comunali, anche la somministrazione di vin brulè a fronte di una richiesta di scia temporanea, concessa in deroga annualmente. La società che gestisce quindi le due postazioni in centro in concomitanza col periodo natalizio ha sempre potuto somministrare anche vin brulè.

 

Nel 2020, però, il Comune di Trento, in piena emergenza pandemia ha emesso un'ordinanza attraverso la quale ha disposto il divieto di vendita delle castagne e del brulè in città all'aperto per evitare situazioni di assembramento.

 

Successivamente è sempre l'Amministrazione comunale che in data 13 ottobre 2021 ha inviato una lettera ai titolari delle due casette spiegando che il regolamento del commercio su area pubblica prevede con riferimento ai posteggi la sola vendita di caldarroste e non la vendita o la somministrazione di bevande di nessuna specie e che “la possibilità di vendere e somministrare alcolici è stata concessa negli anni, in virtù di precedenti decisioni della Giunta, senza mai apportare modifiche definitive al Regolamento”. A questo si era aggiunto anche il fatto che il Governo aveva prorogato lo stato di emergenza e tutte le misure emergenziale per il contenimento della pandemia.

 

Da qui la decisione per l’edizione stagionale 2021/2022 di non concedere estensioni sulle tipologie di vendita e di somministrazione rispetto a quanto strettamente stabilito dal regolamento comunale e quindi solo caldarroste.

 

Una decisione che aveva portato i titolari delle due casette a fare ricorso alla giustizia amministrativa. Ecco allora che vi era stata una sospensiva il 14 dicembre scorso attraverso la quale il Tar aveva accolto la richiesta cautelare dei titolari delle due casette di via Calepina e via Oss Mazzurana rinviando la decisione definitiva nell'udienza di merito.

 

Nelle scorse ore sulla questione tanto discussa è arrivata la decisione da parte del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa della Regione autonoma Trentino - Alto Adige/Südtirol, che ha dichiarato inammissibili definitivamente i ricorsi presentati dai titolari dei chioschi e respinta anche la domanda risarcitoria.

 

Nella sentenza si fa riferimento al regolamento regolamento comunale che consente nei posteggi di via Calepina e di via Oss Mazzurana solo la vendita di caldarroste. Accanto a questo si precisa che con l'ordinanza del 3 dicembre 2021 non è stato introdotto un nuovo divieto, prima inesistente. “Piuttosto è stata inibita un’attività temporanea, quale la vendita di vin brulè, non prevista né dal predetto regolamento comunale, né dalle predette concessioni”.

 

“È sempre dura limitare o dire di no, e sarebbe molto più facile accontentare lavorando sul singolo caso, ma la serietà di un'amministrazione la si vede nel momento in cui appunto, le regole sono di tutti, per tutti e soprattutto trasparenti” ha commentato in conclusione il vicesindaco Stanchina.

 

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