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Addio all'architetto Guido Masè, il ricordo di Italia Nostra: ''Uomo colto, intelligente, curioso. Le battaglie sempre condotte in splendida sintonia''
Architetto, urbanista, docente di pianificazione urbanistica alla Facoltà di architettura all'Università Iuav, membro del Dipartimento di analisi economica e sociale del territorio e per più di trent'anni consigliere della sezione trentina di Italia Nostra, Guido Masè si è spento a Venezia. Il ricordo dell'associazione con Salvatore Ferrari

VENEZIA. A Venezia sull'Isola di San Michele è stato dato l'addio a Guido Masè. Architetto, urbanista, docente di pianificazione urbanistica alla Facoltà di architettura all'Università Iuav di Venezia (dal 1976 al 2005), membro del Dipartimento di analisi economica e sociale del territorio e per più di trent'anni (1970-2002) consigliere della sezione trentina di Italia Nostra.
L'architetto si è spento domenica 22 gennaio a Venezia e l'associazione ricorda Masè con grande commozione. Viene ricordato anche per il suo ruolo nella definizione di piani urbanistici in Trentino e il sostegno agli eco-musei del Friuli Venezia Giulia, nella promozione della legge regionale in materia e per l'attiva partecipazione in fase di attuazione.
"Uomo colto, intelligente, curioso", dice Salvatore Ferrari, consigliere della sezione trentina di Italia Nostra. "Negli ultimi decenni del Novecento fu uno dei protagonisti delle battaglie di Italia Nostra per la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale del Trentino, insieme a Ulisse Marzatico, Alberto Agostini, Franco de Battaglia, Paolo Mayr, Giorgio Rigo e altri soci e attivisti dell'associazione, occupandosi in particolare di pianificazione urbanistica (comunale, comprensoriale e provinciale), di salvaguardia e recupero dei centri storici, di tutela del paesaggio".
Alla cerimonia laica di sabato 28 gennaio hanno partecipato familiari e amici, colleghi docenti universitari, ex studenti Iuav veneti e trentini. Le figlie Federica e Raffaella, la nipote Ariane, un compagno di classe, un ex allievo di Cimego e il professore Giovanni Luigi Fontana, docente onorario dell'Università di Padova, già ordinario di storia economica, "i quali - aggiunge Ferrari - hanno ricordato alcuni episodi della vita privata e professionale di Masè, la sua passione per l'insegnamento, l'amore per Venezia, l'impegno per la conservazione e il recupero del patrimonio industriale dismesso, per la tutela e la valorizzazione delle risorse dei territori (architetture, paesaggi, beni culturali, ecomusei), l'interesse per le culture del Mediterraneo e per i viaggi".
Figlio dell'ingegnere e architetto Renzo Masè (1905-1982), Guido era nato a Trento nel 1938 e aveva studiato nel capoluogo trentino (Arcivescovile e Liceo Ginnasio Prati), prima degli studi e della laurea in architettura e dell'iscrizione all'Ordine professionale (1966). Redattore di piani urbanistici e territoriali (dal 1968), di programmi di sviluppo e di progetti di riqualificazione dello spazio pubblico e di percorsi storico-culturali, partecipò a numerosi concorsi, a convegni nazionali e internazionali, al progetto e all'allestimento di mostre e alla stesura di articoli e saggi.
Membro della Commissione urbanistica provinciale di Trento per cinque anni (1968-73), socio fondatore della sezione regionale Trentino Alto Adige dell’Istituto nazionale di urbanistica (1986), vice presidente della stessa (1986-88) e membro del Consiglio direttivo nazionale (1986-94).
"Nel 2006 - ricorda Ferrari - Masè denunciò pubblicamente la decisione della Provincia di Trento di demolire l'ex carcere austroungarico, sollecitando Italia Nostra ad attivare una campagna di informazione e di sensibilizzazione di cittadini e amministratori per la dichiarazione dell'interesse culturale dell'immobile e per la sua salvaguardia. Dopo sei anni di battaglie (anche legali), condotte in splendida sintonia e collaborazione dalla sezione trentina di Italia Nostra e dalla Delegazione trentina del Fondo per l'ambiente italiano (Fai), con il pieno appoggio delle sedi nazionali delle rispettive associazioni, nell'aprile del 2013 la Pat, grazie all'impegno dell'allora assessore Mauro Gilmozzi, decise di rivedere l'Accordo di programma Quadro con lo Stato, riconsiderando la necessità di abbattere il carcere di via Pilati".
In quell'occasione Masè commentò con entusiasmo la decisione di conservare quel patrimonio culturale, che aveva corso il rischio di essere distrutto. "Infine, nel 2009 Masè partecipò, suo mio invito, a Terzolas in val di Sole, alla Seconda Giornata Nazionale di Italia Nostra dedicata ai Paesaggi Sensibili, incentrata sul tema della salvaguardia dei paesaggi urbani e intitolata 'Il paesaggio storico, risorsa per il futuro. Riferimenti alla Val di Sole'. Anche il quell' occasione Guido portò il suo contributo autorevole e appassionato con una relazione 'Principi per gli insediamenti storici: conoscenza, interpretazione, progetto', il titolo dell'appuntamento", conclude Ferrari.