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'Ndrangheta in Trentino, patteggiamenti Paviglianiti e Mustafa da rifare. La Corte di Cassazione: serve spiegare perché non si è proceduto per associazione mafiosa
Sono arrivate nei giorni scorsi le motivazioni che hanno portato all'annullamento dei due patteggiamento che erano stati decisi per Giuseppe Paviglianiti e Mustafa Arafat coinvolti nel processo Perfido

TRENTO. Tutto da rifare per quanto riguarda il patteggiamento a cui erano arrivati Giuseppe Paviglianiti e Mustafa Arafat coinvolti nel processo Perfido nato dalle indagini dei carabinieri di Trento che avevano portato a galla la presenza in Trentino della 'Ndrangheta.
L'ANNULLAMENTO
La Corte di Cassazione ha deciso l'annullamento dei patteggiamenti. La notizia era arrivata già prima di Natale ma mancavano le motivazioni che avevano portato a questa decisione.
Motivazioni che sono arrivate nei giorni scorsi. Secondo i giudici della Corte, infatti, le motivazioni che ha portato ad accogliere la derubricazione del reato da associazione mafiosa al reato 418 del codice penale, cioè quello di aver prestato assistenza agli associazioni, e successivamente la sentenza di patteggiamento, devono essere maggiormente spiegate.
La Corte di Cassazione chiede che siano spiegati i motivi che hanno portato alla riqualificazioni dei reati.
Sarà ora quindi compito del Gip motivare nuovamente il patteggiamento.
GIUSEPPE PAVIGLIANITI E MUSTAFA' ARAFAT
Nel corso del processo Mustafà Arafat, macedone, 45 anni che era finito in carcere per il pestaggio di un operaio cinese, e Giuseppe Paviglianiti, 61 anni, incensurato, residente a Trento e presidente dell'associazione Magna Grecia, avevano chiesto e ottenuto due patteggiamenti.
Per entrambi era caduta l'accusa più pesante, quella di associazione mafiosa ma era stato contestato il fatto di aver “fornito appoggio ai membri dell'organizzazione criminale” pur non avendoci fatto parte.
Alla fine Paviglianiti aveva patteggiato 1 anno e 6 mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena), mentre Mustafà Arafat 2 anni.