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Carcere Trento, detenuto si barrica in infermeria e incendia un materasso. Feriti due agenti
L'uomo è stato immobilizzato. La denuncia dell'Osapp: "La Casa Circondariale di Trento da Istituto penitenziario modello voluto e pagato dalla Provincia Autonoma di Trento si è trasformato nel peggiore ricettacolo di ogni peggiore emergenza penitenziaria nazionale"

TRENTO. Sono due le persone, un assistente e un ispettore, che ieri sono state ferite presso il casa circondariale a Spini di Gardolo da un detenuto che dopo essersi barricato in infermeria ha cercato di incendiare un materasso . L’episodio è stato denunciato dal Segretario Generale dell'OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci.
Il tutto sarebbe accaduto verso le dieci di ieri mattina, all’interno di una cella presso la locale infermeria dell’istituto Trentino, dove sono ristretti i detenuti “comuni”. Un italiano di giovane età ha, come già detto, dapprima tentato di barricarsi in cella utilizzando un materasso in dotazione e altri oggetti per poi tentare di appiccare il fuoco. Il detenuto era in possesso di una bomboletta di gas e un accendino. L’uomo minacciava chiunque avvicinasse.
Nel momento in cui ha però iniziato a incendiare il materasso l’intervento si è reso necessario. A fermare il detenuto sono stati un assistente e un ispettore che, però, nell’immobilizzare l’uomo, sono stati feriti. L’Assistente è stato violentemente colpito alla tempia proprio dalla bomboletta del gas, che gli ha provocato una ferita saturata all’ospedale Santa Chiara. L’Ispettore stato invece costretto a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso per una distorsione al polso e alle dita della mano sinistra.
Il segretario generale dell’Osapp ha sottolineato come la Casa Circondariale di Trento si sia differenziata negli ultimi mesi dagli altri istituti “in termini di disagi, disfunzioni e abusi soprattutto per quanto attiene alla gestione del locale personale di Polizia Penitenziaria che non appare godere da tempo di un'equa distribuzione dei carichi di lavoro e di trasparenza dell'assegnazione dei posti di servizio”. Come Organizzazione Sindacale, viene precisato in una nota, “tali situazioni sono state oggetto di specifiche segnalazioni al Provveditore Regionale ed in particolare al Capo del Personale Pietro Buffa, che li ha bellamente ignorate; se adesso a tali condizioni di disagio si devono aggiungere anche rischi e disfunzioni legati alla locale popolazione detenuta ciò significa che la Casa Circondariale di Trento da Istituto penitenziario modello voluto e pagato dalla Provincia Autonoma di Trento si è trasformato nel peggiore ricettacolo di ogni peggiore emergenza penitenziaria nazionale con rischi che trascendono la mera condizione interna al carcere per investire la comunità Trentina”.
“E' ovvio - conclude il segretario dell'OSAPP - che oltre all'avvicendamento del Capo del personale del DAP, dimostratosi tutt'altro che attento, occorra considerare l'integrale rivisitazione delle modalità di funzionamento dell'attuale sistema penitenziario nazionale previa e come lungamente da noi richiesto l'istituzione di una apposita commissione parlamentare di inchiesta”.