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Dal Trentino 225 mila euro in progetti d'aiuto per il Nepal
Con i fondi raccolti sono stati finanziati quattro progetti di prima emergenza: distribuzione di cibo, acqua, medicine, coperte, tende, generi di prima necessità, e, in un secondo momento, altre azioni di ricostruzione di strutture scolastiche

TRENTO. In Nepal la gente non ha perso la speranza e dopo la tragedia del 2015 in cui un terremoto ha provocato migliaia di vittime, oggi la solidarietà sta dando un importante aiuto a questa popolazione per rimettersi in piedi.
Tra gli interventi portati avanti anche il Trentino sta facendo la propria parte. Alla colletta pubblica, frutto delle libere donazioni dei cittadini trentini, anche attraverso l'accordo tra le parti sociali, che ha fruttato 175.000 euro, si sono aggiunti 50.000 euro messi a disposizione dalla Giunta provinciale.
Somme di denaro che sono state trasformate in progetti di emergenza e ricostruzione che proprio in questi giorni sono visitati da una delegazione trentina guidata dall'assessora alla cooperazione internazionale Sara Ferrari, dal direttore dell'Ufficio provinciale per la cooperazione Luciano Rocchetti e dal funzionario di Trento dell'Associazione artigiani Giancarlo Berardi, quale rappresentante della commissione tecnica che ha coordinato la campagna di raccolta e la selezione dei progetti.

Con i fondi raccolti sono stati finanziati innanzitutto quattro progetti di prima emergenza: distribuzione di cibo, acqua, medicine, coperte, tende, generi di prima necessità, e, in un secondo momento, altre azioni di ricostruzione di strutture scolastiche. Tutto ciò potendo contare sul lavoro che da alcuni anni cinque associazioni trentine di volontariato internazionale stanno svolgendo nel paese himalayano.
“Grazie al consolidato rapporto di fiducia – spiega in una nota la Provincia di Trento - costruito con la popolazione locale, si è potuto garantire la certezza della destinazione corretta ed efficace dell'aiuto, nonché la sicurezza della sostenibilità degli interventi nel tempo. Altrettanto importante è però inserire queste azioni all'interno della strategia della ricostruzione, portata avanti dal governo nepalese, che ne ha un controllo centralizzato. Per questo motivo, e per facilitare l'operatività delle associazioni, la delegazione ha svolto incontri istituzionali con il capo dell'Autorità nazionale della ricostruzione, il Ministro delle finanze e quello dell'acqua e della depurazione”.
Nei primi due giorni sono stati visionati i seguenti progetti: l'istituto scolastico Rarahil Memorial School, che ospita circa 1000 bambini e ragazzi (di cui 150 sostenuti con adozioni a distanza) e offre istruzione dalla scuola materna alla superiore nella città di Kirtipur. Si tratta di una scuola gratuita per i meno abbienti, sostenuta da Fondazione Senza Frontiere onlus; con il contributo post terremoto sono stati finanziati un generatore di corrente, due celle frigorifere e pannelli solari. È invece un intervento di tipo sociale quello di Apeiron, che aiuta le donne in difficoltà per violenza e maltrattamenti, spesso non alfabetizzate e attraverso formazione e microcredito le avvia verso la piccola imprenditoria.
Villaggio SOS sostiene invece la ricostruzione delle nuove aule di un edificio scolastico divenuto inagibile e sostiene gli orfani. Formazione scolastica primaria anche nel progetto di Amici Trentini. Infine l'associazione Trentino for Tibet cura la distribuzione di centraline domestiche solari per la comunità tibetana sfollata.