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Itinerari Folk, una famiglia grande come il mondo
Presentata la trentunesima edizione della rassegna che nel cortile delle scuole Crispi incrocia tutte le latitudini attraverso ritmi che sposano mirabilmente tradizione, contaminazione e innovazione. Dieci concerti per viaggiare tra le culture e condividere i ritmi della fratellanza universale. Il tema comune di quest'anno? La magia delle parentele musicali

TRENTO. Sarà una famiglia allargata a dismisura. Sarà una famiglia grande quanto il mondo: Italia, est ed ovest d’Europa, Africa, Asia. Eccetera. In un eccetera che farà suonare al pianeta note di tradizione e note contaminazione spesso sorprendentemente coraggiosa. Un eccetera che farà viaggiare chi vuol fare vacanza – l’istruttiva vacanza della scoperta delle culture - senza dover lasciare né Trento né la provincia.
Eh sì. Gli Itinerari Folk sono trentunenni, dunque più che maturi. Trentuno edizioni che anno dopo anno hanno tradotto in spettacolo il più sano dei cosmopolitismi. Trentuno edizioni ruspanti, genuine, progressivamente più ambiziose e più coinvolgenti che da cartellone musicale sono via via diventate tema.
Il tema, cioè, di quel rapporto e di quello scambio virtuoso tra culture a volte agli antipodi che solo la musica riesce a rendere linguaggio universale che non abbisogna di traduzioni. Il vocabolario degli Itinerari Folk - pietra miliare estiva della programmazione del Centro Santa Chiara e vangelo di Mauro Odorizzi, cultore prima che valente organizzatore – comincia sempre con la E di emozione. L’emozione per la maestria di musicisti che con i loro strumenti – spesso sconosciuti ai più – hanno un rapporto in equilibrio tra mistica e gioco.
L’emozione per le immagini, gli ambienti, il clima, gli usi e i costumi di mezzo mondo che la musica materializza alternando l’intimità alla gioia, i ritmi lenti a quelli travolgenti ed irresistibili. L’emozione – ancora – per un progetto artistico – (sì, perché gli Itinerari sono un progetto prima che una rassegna di successo crescente) – dalla fortissima valenza sociale e di una attualità stringente.
I concerti sono occasioni d’incontro delle quali oggi più che mai c’è urgenza. L’incontro con i pensieri e le storie d’altra latitudine, l’incontro con culture giustamente gelose delle proprie particolarità ma aperte a misurarle – su un palco, sulla strada o in una piazza, con altre particolarità. Insomma l’incontro che non diventerà mai scontro. L’incontro che insegna, che lancia messaggi di convivenza con allegria, chiedendo partecipazione, evitando gli arzigogoli dell’intellettualismo respingente. Gli Itinerari Folk 2018 hanno per filo conduttore la famiglia.
“Nel folk che sempre più mi piace chiamare world music – spiega Mauro Odorizzi – non è infrequente che padri, madri, figli, figlie, fratelli, cugini formino ensemble. E tramandare la tradizione da una generazione all’altra di musicisti è un fatto diffuso e normale. Ecco, in questa edizione, ospitiamo alcune delle più importanti famiglie del folk internazionale per mostrare un tesoro di esperienze tecniche e soprattutto umane di musicisti che non hanno avuto bisogno delle accademie per diventare docenti di strumento o di canto”.
Il primo viaggio degli Itinerari offrirà al pubblico un’escursione a cavallo tra Moldavia e Bulgaria. Protagonisti il duo moldavo Radu e Violeta assieme alle bulgare “The Bisserov Sister”. La coppia – di palco e di vita – tiene in equilibrio le radici popolari e gli studi classici. Le “sister” impastano voci e strumenti con sorprendente dosaggio. L’est non è la cupezza degli Orban e degli altri ricchi dittatorelli che hanno l’orologio della storia fermo. Chi andrà al concerto inaugurale del 6 luglio se ne accorgerà.
Il 9 luglio gli Itinerari faranno scoprire – così come è spesso successo nelle passate edizioni, quanta innovazione esista in quel mondo arabo dell’arte che non si racconta e non si vuol raccontare. Adnan Joubran e i Borders Behind testimonieranno un incrocio virtuoso tra Palestina, Iraq, India e Francia. E’ la carta geografica della speranza quella disegnata, suonando da Jubran e dai suoi amici. Una carta geografica dove si mescolano i colori e il calore di nazioni lontane che si avvicinano e di capiscono nel ritmo incalzante e nelle improvvisazioni.
Il 13 luglio gli Itinerari tornano, (o restano) in Italia. E omaggiano una magia popolare mutante nei modi ma immutabile nell’inpatto. Gli itinerari omaggeranno il liscio, alzandolo al livello di Extraliscio. Il cortile delle Crispi – sede fissa degli appuntamenti – si farà balera. Ma non sarà solo la balera di “Ciao Mare”. I sei orchestrali chiamati alla festa, (Mariani, Conficconi, Ferrara, Bartoli, Scalabrin e Graziani) sono gli eroi con consapevoli di un “punk romagnolo” che sperimenta il rapporto tra liscio e resto dei mondi sonori, tra liscio e follia, tra liscio e sorpresa.

Il 16 luglio si andrà di nuovo in Ungheria con i Sondorgò: è la nuova generazione del folk magiaro, ma è la generazione che in barba ad Orban non è cieca rispetto alla storia ed ai diritti di tutte le minoranze slave. Venerdì 20 l’Irlanda, l’immancabile Irlanda, è affidata a tre sorelle, le Frier Sister, che tra ballate e gighe imparentano il pubblico con la storia dell’Isola più prolifica di suggestioni che la musica abbia saputo offrire.
Il concerto del 23 luglio, quello dei Samurai Accordion, sarà il trionfo dell’organetto ma insieme il trionfo dell’intreccio. Con Riccardi Tesi daranno fiato alla musica un maestro fillandese, uno irlandese e uno spagnolo. Tanto, suonando, parlano la stessa lingua. Una lingua diversa da quella del Trio Da Kali, africani del Mali che il 27 luglio che unendo una voce ed uno xilofono di legno e zucche producono meraviglie. E per finire – quasi, ecco la Russia dei Huun-Huur-To.
La Russia asiatica che agli strumenti chiede di riprodurre l’ambiente naturale di una terra e di un popolo. Poi, il 3 agosto, i belgi del Trio Dhoore: tre fratelli che hanno travasato le loro radici nel contemporaneo e nella sperimentazione. Gli Itinerari finiranno in gloria, il 6 agosto ma al Giardino del Santa Chiara. Beppe Gambetta e Riccardo Barbera, (due nomi, due garanzie creative) cucineranno con Fabrizio De Andrè.
Saranno pietanze liguri a base di poesia. Un cibo per l’anima che quando si mette a dieta son dolori. In questo mondo, in quest’epoca bislacca, sono dimagrite fino all’anoressia la giustizia, il rispetto, la fratellanza e la solidarietà. La musica, la world music, da sola non sazia. Ma mette appetito. Nel menù degli Itinerari Folk giustizia, rispetto, fratellanza e solidarietà sono ingredienti irrinunciabili.