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Dallo sfruttamento nelle miniere di coltan alla discarica "tecnologica" del Ghana: la mostra di Stranges a Palazzo Trentini

Assieme a "The victims of our wealth" c'è l'occasione di visitare anche la mostra "Le Ingegnose" con 12 artiste trentine e altoatesine

Pubblicato il - 20 maggio 2017 - 15:18

TRENTO. Due mostre a Palazzo Trentini: si intitolano una "Le Ingegnose" e l'altra "The victims of our wealth". La prima è stata inaugurata oggi e sarà aperta fino al 13 giugno. All'interno opere nate da parole, carta e colori, macchine fotografiche, scalpelli e lane colorate. Questi gli strumenti con i quali 12 artiste contemporanee, 6 trentine e 6 altoatesine, hanno deciso di esprimere il proprio talento presentando al pubblico una varietà di produzioni artistiche, in cui si coniugano manualità, eleganza formale e creatività. Un pieghevole con note biografiche accompagna il percorso espositivo.

 

"The victims of our wealth" è invece il titolo della mostra fotografica allestita, per iniziativa del Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani, nell'atrio di Palazzo Trentini dal 22 al 29 maggio, sul tema dello sfruttamento umano e ambientale che si nasconde dietro gli strumenti tecnologici hi-tech, come smartphone e tablet, che ciascuno di noi utilizza quotidianamente. Il progetto fotografico di Stefano Stranges prende avvio da Rubaya, un villaggio nel Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, dove tra gennaio e febbraio del 2016 ha potuto testimoniare quello che avviene attorno a una delle molte miniere di coltan del Paese.

 

Nel febbraio 2017 Stefano Stranges è stato in Ghana, nella più grande discarica tecnologica del mondo, dove molto del materiale tecnologico occidentale viene buttato. Anche in questa fase sono state analizzate le conseguenze sulla popolazione che vive e lavora all'interno della discarica, chiamata Sodom and Gomorrah, nonché l'impatto sul territorio. Il lavoro di Stranges è stato inserito in un percorso di approfondimento didattico con i Licei di Trento Leonardo da Vinci e Galileo Galilei, diretto a conoscere la complessa filiera che parte dall'estrazione delle materie prime e arriva fino allo smaltimento illegale dei rifiuti collegati alle nuove tecnologie. Tra quanti hanno partecipato al progetto offrendo testimonianze dirette, anche il reporter Daniele Bellocchio, dal 2012 impegnato in aree di conflitto.

 

Entrambe le mostre saranno visitabili dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 e il sabato dalle 9 alle 12.

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