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"Otto Regni", ecco il primo libro del giovane trentino Daniele Iannetti: "Un viaggio fra magia e mistero"

Il libro è uscito nelle librerie nei giorni scorti, è la prima produzione del giovane Iannetti. La storia si svolge in un universo dove l’equilibrio primordiale fra luce e ombra è determinato dalla coesistenza di otto regni, reami pervasi da uno degli elementi

Di GF - 11 settembre 2023 - 18:52

TRENTO. Un mondo fantastico, fatto di regni e magia. E' quello che Daniele Iannetti, 30 anni, di Trento, ha creato nel suo primo libro, edizioni il Faro, uscito nei giorni scorsi: “Otto Regni. La furia del vento, il sussurro dell’acqua”.

 

Un lavoro che Daniele ha portato avanti per diversi mesi, nel tempo che si è riuscito a ritagliare dall'impegno nell'edicola in Lungadige in cui lavora.

 

Ma soprattutto un progetto, un sogno, quello che fin da piccolo è cresciuto assieme a lui e alla passione per la lettura fantasy, ai videogame e ai manga.

 

Da qui la voglia di mettere tutto questo nelle pagine di un libro per far rivivere questa magia nella mente dei lettori.

 

Primo romanzo. Da cosa è arrivata l’ispirazione per scriverlo?
Fin da piccolo sono sempre stato un gran sognatore e spesso immaginavo come potesse essere vivere un’avventura fantastica con magia, poteri e mistero, con un nemico da sconfiggere e con amici con cui condividere il viaggio.
Crescendo e iniziando a leggere, la mia mente veniva spronata da tutta questa fantasia e rimanevo sempre affascinato di come gli autori creassero dal nulla mondi interi ricchi di dettagli e trame articolate.
Questo mi ha portato a voler creare qualcosa di mio che potesse essere utile alle persone a svagarsi e ad essere stimolate così come capitava a me.
Anche i videogiochi sono stati fondamentali. Vedere sullo schermo e poter interagire in prima persona a storie avvincenti, dinamiche, con creature differenti e poteri mi hanno spinto ancor di più a voler trasmettere tutto ciò che mi passava per la mente.
Talvolta, per esempio, quando ero bloccato con qualche capitolo o passaggio chiudevo gli occhi e lasciavo libera la fantasia di immaginarsi possibili sviluppi, inaspettati o meno e da lì decidevo la strada di intraprendere per proseguire.

 

Hai degli scrittori di riferimento, o almeno qualcuno da cui trai ispirazione?
Mi piacciono molto i libri di Licia Troisi, li ho letti quasi tutti. Li trovo scritti con un linguaggio forbito e con un’immersività tale che ti spingono a divorare pagine su pagine in poco tempo.
Durante il mio percorso di scrittura del testo alcune volte per cercare termini adeguati o la corretta forma della frase, periodo, mi sono riletto qualche passaggio di quei libri che mi hanno tanto emozionato, per capire se stessi procedendo nella giusta direzione soprattutto a livello di coinvolgimento del lettore.
Penso che avere l’umiltà di imparare da chi è più bravo di noi sia utile per arricchirsi a livello personale

 

Il tuo libro rientra nel genere letterario fantasy, come ti sei avvicinato a questo genere?

Quando avevo circa 13/14 anni entrai in libreria e mi cadde l’occhio su di un libro la cui copertina raffigurava un drago su sfondo azzurro. Ne rimasi affascinato e mi spinse al primo acquisto di un libro fantasy. Da lì i luoghi fantastici, la magia e il mistero che si possono trovare in questi scritti mi hanno sempre colpito, senza contare che l’evasione dalla realtà è qualcosa che cerco sempre quando leggo e il genere fantasy è il più indicato allo scopo secondo me.

 

 

Da cosa si parte per riuscire a scrivere un romanzo del genere?

Inizialmente ho preso carta e penna ed ho iniziato a scrivere a mano alcuni punti chiave di quello che volevo accadesse nella trama. Poi ho costruito il mondo che mi ispirava, come me lo immaginavo, i dettagli dei luoghi che i protagonisti desideravo visitassero.
Successivamente sono passato ai personaggi principali, ho cercato di ipotizzare diversi caratteri fra di loro, lineamenti corporali e vestiario sia per i protagonisti che per gli antagonisti.
Una volta che avevo il quadro generale delle cose ho iniziato a scrivere il testo fermandomi di capitolo in capitolo a rileggere cosa avevo creato e a capire se tutti punti chiave che mi ero prefissato e gli interrogativi tornavano fra di loro per non andare fuori tema o creare troppa confusione.
Quando ho finito di scrivere tutto il libro invece ho cominciato a rivederlo alcune volte appuntandomi più cose possibili come facessi un riassunto per capire se avessi tutto sotto controllo e se mi sembrava ben articolato, ampliando talvolta il testo con descrizioni di sensazioni, emozioni e luoghi.

 

Chi è Piro? E perché “Otto regni”?

Piro diciamo che nel gruppo di protagonisti che intraprendono il viaggio con lui è quello principale.
Un tempo un comandante, dominatore dell’elemento del fuoco e sovrano di uno degli otto regni lo troviamo ad inizio libro cambiato rispetto al passato, privato dei poteri da una maledizione che gli cancella anche i ricordi e con un carattere introverso e insicuro ma animato da buone intenzioni. Il viaggio che intraprende inizierà a cambiarlo fra visioni frammentate di alcuni eventi che non sa spiegarsi e una voce lugubre che gli sussurra di tanto in tanto all’orecchio spingendolo alla ricerca del potere lasciando ai lettori l’interrogativo se il cambiamento che compirà sarà in meglio o in peggio.
Otto regni perché la storia si svolge in un universo dove l’equilibrio primordiale fra luce e ombra è determinato dalla coesistenza di otto regni, reami pervasi da uno degli elementi che descrivo nel libro, differenti fra loro per razza, vestiario e soprattutto clima e magia.
Il titolo mi è venuto spontaneo ancora prima di cominciare a scrivere le prime righe mi sembrava significativo, chiaro e conciso.
 

Il genere fantasy, oltre ad affascinare e divertire il lettore, può far riflettere anche su importanti valori. Quali sono quelli che troviamo in “Otto regni”?

Diciamo che volevo affrontare diverse tematiche e cercare soprattutto di portarle avanti nel corso dei libri.
Possiamo trovare uno dei valori principali che è l’odio: il cardine che muove le fila di alcuni personaggi principali, alla ricerca di vendetta verso chi pensano sia stato ingiusto con loro.
Troviamo l’amore, che talvolta può andare di pari passi con l’odio. Nel libro non troverete frasi di amore eterno con una bella storia sentimentale ma capirete come un sentimento così puro e sincero possa invece annebbiare la mente, far perdere di vista l’obbiettivo principale e renderci nemici di noi stessi e in alcuni passaggi troverete anche che non tutti sanno definire cos’è l’amore e dare spiegazione alle proprie emozioni.
Un altro valore che sentivo di voler introdurre è la diversità. Nel libro possiamo trovare creature appartenenti ad etnie diverse che differiscono per aspetto fisico e carattere ma anche per gusti sentimentali. Volevo rendere il libro il più aperto possibile a tutti in modo che qualsiasi tipo di lettore ci si potesse identificare e far diventare un personaggio suo in base alle sensazioni provate leggendo.

 

Secondo te il genere fantasy ha un futuro?

Il genere fantasy deve avere un futuro. Penso che sia una forma di “arte” come possono essere videogiochi, anime e manga necessari per svagare la mente, per estraniarsi totalmente da una società “soffocante” in continuo movimento, dove se ti fermi resti indietro.
Abbandonarsi all’immaginario penso sia importante per coltivare i propri sogni, per riflettere, per trovare un momento per sé stessi dove rifugiarsi e sentirsi bene, vivendo avventure fantastiche assieme ai protagonisti.

 

Già in mente un secondo libro?  

Il libro che ho scritto fa parte di una saga che ho avuto in mente di creare fin dall’inizio denominata appunto “Otto regni” di cui il primo volume è intitolato “La furia del vento, il sussurro dell’acqua”.
Il secondo libro al momento è già in lavorazione nonostante il primo sia uscito da poco, avendo la mente ancora “fresca” dalla stesura del testo ho preferito approfittarne per proseguire le avventure di Piro e i suoi compagni alla scoperta degli Otto regni, c’è ancora così tanto da dire e da rivelare soprattutto che non vedevo l’ora di andare avanti a scrivere.

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