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La Pat alle imprese trentine: “Attenzione alle offerte di lavoratori sottocosto”. Ecco i consigli per evitare di essere truffati o incorrere in sanzioni

La Provincia mette in guardia le imprese trentine dalle aziende che promettono costi del lavoro non in linea con quelli di mercato: “Proposte troppo allettanti potrebbero nascondere insidie e illegalità”. Oltre ai danni economici gli imprenditori rischiano di incorrere in veri e propri reati con conseguenze anche pesanti

Di Tiziano Grottolo - 23 luglio 2019 - 13:06

TRENTO. Con l’arrivo dell’estate, solitamente, aumenta anche la domanda di lavoro in un trend consolidato nel tempo e più volte confermato anche dall’Istat. Questo incremento di lavoro interessa vari settori con particolare riferimento per i lavori così detti stagionali, di pari passo però – avvisa la Provincia – aumentano anche le possibilità di incappare in proposte per la fornitura di personale "troppo allettanti" spesso giustificate con modalità alternative alla normale assunzione da parte dell'impresa.

 

È proprio da quelle offerte che agli occhi di chiunque potrebbero sembrare troppo vantaggiose che la Pat vuole mettere in guardia gli imprenditori trentini, e che potrebbero dar luogo a conseguenze molto spiacevoli. Tramite il Servizio lavoro, l'ordine e l'associazione dei consulenti del lavoro e le associazioni di categoria, la Pat ritiene dunque opportuno ricordare agli imprenditori l'importanza di analizzare criticamente eventuali offerte dubbie.

 

Si ricorda infatti che è certamente possibile ricorrere all'appalto per lo svolgimento di alcune funzioni aziendali ma al contempo se l'appaltatore non paga correttamente i propri dipendenti, anche l’imprenditore che utilizza le prestazioni dei lavoratori può dover rispondere del pagamento della retribuzione e del versamento di contributi e imposte, anche nel caso in cui abbia già effettuato il pagamento a favore dell'appaltatore.

 

È quindi essenziale valutare bene l’affidabilità dell'appaltatore, che è tenuto ad organizzare il lavoro e mettere a disposizione eventuali mezzi o attrezzature necessari per compierlo, oppure ci si può tutelare contrattualmente (ad esempio chiedendo dimostrazione dei pagamenti di quanto dovuto ai lavoratori) per non correre il rischio di pagare due volte.

 

Va evidenziato però che la messa a disposizione di personale la cui attività è poi coordinata dal committente (imprenditore) non è considerata appalto, in questi casi se il giudice riconosce che quel contratto non è un vero appalto, l’imprenditore potrebbe essere obbligato ad assumere a tempo indeterminato i lavoratori formalmente dipendenti dell'appaltatore.

 

In nessun caso le imprese, nemmeno quelle più grandi e strutturate, possono ottenere un costo del lavoro non in linea con quello di mercato. Si deve quindi assolutamente diffidare di proposte contrattuali in cui il costo orario è inferiore rispetto a quello comunemente pagato dai datori di lavoro del proprio settore.

 

Ad esempio, le imprese che offrono un costo del lavoro particolarmente ribassato potrebbero riuscire ad ottenere questo risultato non pagando i contributi ai lavoratori, oppure utilizzando tipologie di rapporto di lavoro non legittime o applicando contratti collettivi di lavoro non stipulati dalle Organizzazioni sindacali. Anche in questi casi, l’imprenditore che ha utilizzato i lavoratori non correttamente pagati può essere chiamato a versare in prima persona tutte le somme ancora dovute.

 

La provincia sottolinea inoltre che solo le imprese autorizzate dal Ministero del Lavoro possono effettuare attività di somministrazione di manodopera, cioè possono offrire propri dipendenti ad un altro datore di lavoro affinché lavorino nella sua impresa, una verifica può essere fatta su un sito ad hoc.

 

Queste autorizzazioni possono essere revocate qualora il Ministero rilievi delle irregolarità: è meglio quindi verificare periodicamente, e comunque sempre prima di ogni nuovo contratto, l’iscrizione di tali ditte all’albo.

 

Ai lavoratori devono essere garantite senza distinzioni condizioni di lavoro, vitto ed alloggio e soprattutto di retribuzione adeguate: “Sfruttare le condizioni di difficoltà di un lavoratore – conclude la Pat – è un reato per cui può essere punito anche l’imprenditore che utilizza il lavoro di questo personale”.

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