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Coronavirus, contributi a fondo perduto alle imprese. I sindacati duri: ''Le aziende possono incassare e licenziare. La Giunta svela la propria natura''
I sindacati Cgil, Cisl e Uil duri sui criteri di piazza Dante per sostenere le aziende danneggiata dalla chiusura forzata per Covid-19. Grosselli, Bezzi e Alotti: "La Giunta certifica che si trattava di una bufala, una fake news: le imprese che chiederanno i contributi a fondo perduto da potranno pure licenziare senza dover restituire un euro dei soldi pubblici ricevuti, pagati per lo più dalle tasse dei lavoratori dipendenti"

TRENTO. "Siamo senza parole". Così Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) sul via libera della Giunta ai criteri per la concessione dei contributi a fondo perduto agli operatori economici, imprese e professionisti ad esclusione delle imprese neo-costituite, per le quali il contributo è individuato in un valore fisso.
La legge provinciale prevede di stanziare 89 milioni di euro sul 2020 sulla base di una stima di circa 27 mila operatori potenzialmente interessati. "Per fortuna l’assessore Achille Spinelli ci aveva spiegato che solo aiutando le imprese si aiutano i lavoratori. Peccato però - proseguono le parti sociali - che con la delibera che assegna ben 89 milioni di euro alle aziende con meno di 11 dipendenti, la Giunta certifica che si trattava di una bufala, una fake news: le imprese che chiederanno i contributi a fondo perduto da 3, 4 o 5 mila euro potranno pure licenziare senza dover restituire un euro dei soldi pubblici ricevuti, pagati per lo più dalle tasse dei lavoratori dipendenti".
La misura del contributo viene determinata in relazione al numero di addetti presenti nell’impresa. Sono previste inoltre maggiorazioni per gli imprenditori che abbiano sostenuto dei canoni di locazione per gli immobili nei quali esercitano la loro attività o canoni di affitto d’azienda o del ramo d’azienda (Qui articolo).
"Questa possibilità di licenziare è stabilito al punto 8 dei criteri fissati dalla Giunta - proseguono Cgil, Cisl e Uil - per il sostegno alle imprese colpite dalla emergenza Covi-19. Un provvedimento che segue quanto contenuto nella legge 3: l’articolo 18 prevede la rimodulazione degli obblighi occupazionali previsti dalle procedure negoziali della legge 6, con i quali la Provincia finanzia i progetti di innovazione e ricerca. Il tutto bypassando il confronto con le organizzazioni sindacali, su cui si fondano le procedure negoziali".
In sintesi, la misura si articola tra 3.000 euro (fino a 3 addetti), 4.000 euro (fino a 6 addetti) e 5.000 euro (fino a 11 addetti); mentre gli operatori economici neo costituiti potranno ricevere un importo fisso di 3.000 euro.
Per gli operatori economici che nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 hanno sostenuto canoni di locazione o di affitto d’azienda è prevista una maggiorazione al contributo pari al 40% dell’ammontare totale dei canoni sostenuti per i mesi in questione e comunque non superiore a 1.200 euro. Sono esclusi i canoni di leasing immobiliare, nonché i costi delle concessioni di beni immobili e aree pubbliche. La condizione di aver effettivamente corrisposto il canone deve essere certificata dal locatore.
"Alla fine la Giunta svela la propria vera natura - concludono Grosselli, Bezzi e Alotti - premiare comunque le imprese senza alcuna selettività e rendere più deboli e ricattabili le lavoratrici e i lavoratori. Non era certo questo il cambiamento promesso agli elettori nell’autunno 2018".