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Lavoro, meno 2.500 assunzioni a novembre. Cgil, Cisl e Uil: "Si sblocchino subito i 13 milioni di euro per i lavoratori in crisi"

Situazione occupazionale drammatica quella inquadrata dall'Agenzia del Lavoro. Si rischia di chiudere con un calo delle assunzioni del 15 per cento. I sindacati: "Il settore secondario quello più a rischio. Alla scadenza del blocco dei licenziamenti va sorvegliato strettamente per assicurarsi che non ci siano fallimenti di larga scala"

Di M.Sartori - 26 gennaio 2021 - 13:07

TRENTO. Continuano a calare le assunzioni. Secondo l’Agenzia del Lavoro le assunzioni nel mese di novembre sono calate di quasi 2.500 unità, portando la contrazione di contratti attivati nei primi undici mesi del 2020 a quota 17.600.

“Si tratta di dati drammatici - spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - ma purtroppo attesi e che sicuramente nel prossimo rapporto sul mese di dicembre, saranno destinati a peggiorare drammaticamente, visto che mancheranno all’appello migliaia di contratti di lavoro degli stagionali del turismo derivanti dagli impianti al momento chiusi. Corriamo il rischio di concludere il 2020 con un calo delle assunzioni di oltre il 15% in un anno. Ciò significa meno occupati, meno durata dei contratti, meno reddito e famiglie più povere”.

Peggiorano anche i saldi occupazionali, ovvero il saldo tra le assunzioni e le cessazioni, sia su base mensile che su base annua complessiva. In particolare nei primi undici mesi dello scorso anno ci sono state molte più cessazioni rispetto ad assunzioni, per un totale di 2.700 posti di lavoro andati in fumo. Non si parla però solamente delle attività direttamente coinvolte nella pandemia come ristoranti, pubblici esercizi, alberghi e attività sportive e culturali.

 

 “Paradossalmente - avvertono i sindacalisti - il calo delle assunzioni è percentualmente più sensibile nel settore manifatturiero e nell’industria dove i nuovi contratti si riducono di ben il 20,4 per cento. Sono questi i settori che hanno risentito di più del calo dell’export che nei primi tre trimestri dell’anno si è ridotto in Trentino del 18 per cento circa secondo i dati della Camera di Commercio. Dopo il 31 marzo quando dovrebbe scadere il blocco dei licenziamenti, il settore secondario, quello più esposto di tutti alla concorrenza dei mercati internazionali, dovrà essere monitorato attentamente per evitare crisi aziendali su larga scala che producano un ulteriore impennata della disoccupazione rispetto a quella che ci si può attendere oggi”.

 

Ecco perché Cgil Cisl Uil chiedono alla giunta di abbandonare l’immobilismo di questi mesi sul fronte del lavoro. “Ci attendiamo - incalzano Grosselli, Bezzi e Alotti - che l’assessore Spinelli sblocchi l’ormai imbarazzante situazione per la quale a maggio sono stati stanziati 13 milioni di euro a sostegno delle famiglie e dei lavoratori colpiti dalla crisi economica, risorse che fino ad oggi, ormai a nove mesi di distanza non sono ancora state minimamente spese. Probabilmente anche questa volta lo Stato arriverà prima della giunta Fugatti visto che, a meno di un prolungarsi della crisi di governo, nel decreto Ristori 5, anche su iniziativa della delegazione parlamentare altoatesina, dovrebbe prevedere la proroga della Naspi di due mesi almeno per gli stagionali del turismo”.

Ma per i sindacati la cosa ancor più grave è che manca un piano per le politiche attive del lavoro e per le politiche industriali e di rigenerazione del tessuto economico locale. “Sono mesi - concludono i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - che diciamo di rafforzare gli organici di Agenzia del Lavoro e dei centri per l’impiego e di approntare un programma puntuale di percorsi formativi e di riqualificazione professionale per chi ha perso e perderà il lavoro. Manca anche una strategia per rilanciare il tessuto produttivo con politiche industriali che premino l’innovazione e la capacità di crescere anche a livello dimensionale da parte delle nostre imprese. Per creare nuova occupazione e quindi dare una opportunità concreta di ricollocazione ai tanti disoccupati, si dovrebbero rafforzare gli investimenti in questo campo, mentre la giunta con l'ultimo bilancio di previsione ha tagliato la spesa per il sostegno delle attività economiche”.

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