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Cna: ''Le micro imprese vogliono assumere ma mancano le figure professionali, in Trentino Alto Adige serve più formazione qualificata"
Il presidente della sezione regionale della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa Claudio Corrarati ha sottolineato come il tema stia emergendo "in maniera preponderante nelle assemblee elettive in corso sia in Alto Adige che in Trentino"

TRENTO. "Dobbiamo puntare di più anche nel nostro territorio sulla formazione qualificata e bisogna istituire sistemi che facciano incontrare domanda e offerta". A parlare è Claudio Corrarati, presidente della sezione Trentino Alto Adige della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, dopo che l'ultima indagine della Cna ha evidenziato come più della metà delle micro imprese italiane sia intenzionata ad assumere personale nei prossimi sei mesi ma a frenarle siano le grandi difficoltà nel trovare figure professionale adatte.
Lo studio è stato condotto dalla Cna su un campione di oltre duemila tra artigiani, micro e piccole imprese e i risultati parlano chiaro: il 55,1 per cento delle imprese che hanno partecipato vorrebbe assumere entro gennaio 2022. Di queste il 52,7 per cento ipotizza un'assunzione, il 33,8 per cento due e l'8,2 per cento tre nuove assunzioni. Quasi due lavoratori su tre sarebbero inoltre reclutati mediante contratti stabili (29,4 per cento con indeterminato, 20,2 per cento con apprendistato e 14,8 per cento con tirocinio formativo) mentre il 27,7 per cento delle imprese punterebbe sul contratto a tempo determinato.
Dall'analisi della Cna però, quasi l'80 per cento di queste imprese non riesce a trovare candidati idonei alle mansioni richieste. "Una difficoltà trasversale alle categorie che sta emergendo con forza anche nelle assemblee di categoria in corso in queste settimane in Trentino e in Alto Adige" dice Corrarati, che sottolinea come "la formazione di forza lavoro qualificata" debba rimanere "una priorità".
Un altro quadro inquietante che emerge dall'indagine della Cna è l'assenza nel nostro Paese di un sistema in grado di coniugare domanda e offerta di lavoro: il 41,1 per cento delle imprese ammette infatti di cercare il personale prevalentemente tramite passaparola. Una quota quasi doppia rispetto a quelle realtà che si rivolgono alle agenzie interinali e di ricerca e selezione del personale (21,5 per cento). Ancor meno quelli che si indirizzano a scuole e istituti di formazione (16,6 per cento), ai mezzi di comunicazione specializzati (11 per cento) e ai centri per l'impiego (3,8 per cento).
"E' quanto mai indispensabile istituire sistemi che permettano a chi cerca lavoro e a chi lo offre di trovarsi - conclude Corrarati - l'annunciata riforma delle politiche attive del lavoro non potrà esimersi dall'affrontare la questione della riorganizzazione delle strutture dedicate al collocamento né dall'adattare percorsi formativi alle esigenze del mondo produttivo. Un obiettivo indispensabile per consentire all'Italia di agganciare i nuovi driver dello sviluppo che richiedono competenze adeguate".