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Festival dell'Economia, cambiare si può (e forse si deve): ecco perché la decisione di Fugatti non va demonizzata

I partiti del centrosinistra provinciale stanno alzando le barricate ma questa volta, almeno sulla carta, non si sta smantellando nulla ma cercando finalmente di rilanciare un evento straordinario che però da qualche anno aveva perso smalto ed energia. Impensabile pensare che per 100 anni o più la gestione del Festival dovesse restare per sempre nelle mani di chi l'ha cominciato e quelli del Sole 24Ore non sono certo gli ultimi arrivati ma anzi possono dare una nuova impronta alla kermesse

Di Luca Pianesi - 12 settembre 2021 - 06:01

TRENTO. ''Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare'', diceva uno che di imprese se ne intendeva (alcune finite anche decisamente male tra l'altro), Winston Churchill. E che fosse giunto il tempo di cambiare, possibilmente di ''migliorare'' era evidente a tutti da qualche anno. Di cosa stiamo parlando? Del Festival dell'Economia di Trento che sarebbe sul punto di ''cambiare mano'' (da Laterza al Sole24Ore) dopo che, dal 2006 ad oggi, ha indiscutibilmente arricchito dal punto di vista sociale, culturale ed anche economico (se è vero quel che si diceva che per 1 euro investito ne tornavano tra i 2 e i 3) Trento.

 

Ha reso grande il capoluogo e il Trentino tutto, che per tre/quattro giorni si trovava al centro della cronaca politica ed economica, nazionale ed internazionale. Ma è indubbio anche che, da qualche anno, era diventato un déjà vu continuo e senza il mistero di non sapere perché quella scena ricordava qualcosa di già vissuto: erano, semplicemente, gli stessi ospiti, gli stessi luoghi, gli stessi orari, la stessa formula che da ormai 16 anni si ripeteva in maniera quasi liturgica a circuito chiuso.

 

Un format di successo ma pur sempre un format che mostrava i segni del tempo. Che si dovesse cercare di fare qualcosa di diverso, in futuro, magari rendendolo un po' più pop e vicino alla gente puntando di nuovo su un forte coinvolgimento della città (e magari non solo di quella) era palpabile anche nei giorni dell'evento parlando con i negozianti, gli esercenti, i cittadini e i frequentatori del Festival.

 

E allora, questa volta, opporsi a spada tratta come sta facendo parte del centrosinistra provinciale, con Pd e Futura in testa, affiancati anche da Azione, pare più un arroccamento preconcetto che un'operazione di prospettiva.

 

Futura scrive: ''Dopo l’abolizione dei percorsi di educazione alla relazione di genere, lo smantellamento dell’accoglienza diffusa dei migranti, i tagli alla cooperazione internazionale, l'innalzamento a dieci anni di residenza per ottenere assegno di natalità, assegno unico provinciale e case Itea, il commissariamento sine die delle Comunità di valle, la riorganizzazione sanitaria conto il parere di tutti, la scure della Giunta provinciale si abbatte anche sul Festival dell’economia''. Ma il paragone non regge perché qui (si spera) non si smantella ma anzi, da quanto ha dichiarato la Provincia, il Festival finirebbe in mano al gruppo de ''il Sole 24Ore'', quindi non certo a un giornale di partito o a un soggetto improvvisato ma anzi, di fatto, al meglio che c'è in Italia in ambito di divulgazione economica

 

Si critica poi il modus operandi: ancora una volta la Giunta avrebbe agito senza consultare gli altri enti organizzatori come Università e Comune di Trento (QUI ARTICOLO) e non ha tenuto conto del punteggio espresso dalla commissione tecnica incaricata di valutare le due proposte (a quella del Sole aveva ''preferito'' di poco quella di Laterza) quindi, come spiega il Pd in un comunicato: ''Pare evidente che alla base di tale decisione non ci siano ragioni scientifiche o tecniche, peraltro confermate dalla commissione tecnica, bensì politiche. Non dovrebbero però essere queste a guidare la selezione del coordinatore scientifico di un Festival che negli anni ha dato spazio e casa a tutte le voci, garantendo al Trentino un capitale di relazioni scientifiche di livello internazionale senza pari''.

 

Eppure è chiaro, anche in questo senso, che senza una scelta politica cambiare è difficile se non impossibile soprattutto in una provincia a statuto autonomo come quella di Trento. Appoggiare Laterza nel far nascere il Festival dell'Economia a Trento fu una straordinaria intuizione politica dell'allora presidente Lorenzo Dellai (cui, in un modo o nell'altro, la kermesse è rimasta legata per l'opinione pubblica trentina). Oggi si tenta di cambiare strada. Finirà bene? Finirà male? Ancora non si può dire ma certamente non si sta finendo nelle mani di incompetenti o impreparati, ma del Sole 24Ore e Fugatti, in questo senso, si sta prendendo una grossa responsabilità, politica ovviamente.

 

Il Festival dell'Economia rappresenta un patrimonio inestimabile per Trento e il Trentino e ciò grazie anche a Laterza e Tito Boeri che hanno creato un evento unico nel panorama internazionale. Questo, però, non può voler dire 100 anni di Festival dell'Economia uguale a sé stesso per sempre organizzato da chi lo ha gestito dal primo anno in avanti. Se il Festival è patrimonio di Trento e del Trentino, come dicevamo, è giusto Trento ed il Trentino provino a fare di più. ''Non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare'', diceva il buon Wiston. Cosa accadrà nei prossimi mesi non è dato saperlo ma i presupposti perché si prosegua in un percorso di crescita della kermesse ci sono tutti. Ai posteri l'ardua sentenza. 

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