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Itea, le spese condominiali crescono di oltre il 200%. Gli inquilini: “Non riusciamo a pagare”. Zanella: “Solo nell’Alto Garda 100 appartamenti sfitti”
Nell’Alto Garda è emergenza casa ma Itea ha un centinaio di appartamenti vuoti, nel frattempo le spese condominiali sono schizzate alle stelle e gli inquilini minacciano di non pagare. Gli attivisti: “Ci opporremo a nuovi sfratti, la politica ci vuole divisi, noi lotteremo uniti”

TRENTO. Un aumento che in alcuni casi arriva fino al 230%, è questa la brutta sorpresa che alcuni inquilini Itea si sono trovati nell’ultimo bollettino per pagare le spese condominiali. La situazione sta destando allarme tanto che i condomini si sono riuniti in assemblea per discutere il problema. Da Riva del Garda a Trento gruppi di inquilini si sono accordati per non pagare le spese condominiali.
“A novembre avrei dovuto versare oltre 900 euro solo per le spese condominiali”, dichiara Enzo che assieme alla moglie vive alle Torri di Madonna Bianca, anche note come “Villazzano Tre”. “Oltre alle spese condominiali c’è da pagare l’affitto ma così diventa impossibile, i miei vicini sono una coppia di anziani e vivono con 1.000 euro al mese, siamo tutti molto preoccupati”.
Probabilmente all’origine dell’aumento ci sono i rincari registrati su luce e gas e pure l’inflazione ma non è chiaro perché le spese condominiali siano schizzate alle stelle così all’improvviso. Gli aumenti sono generalizzati e riguardano migliaia di famiglie. “Stiamo cercando di capire come fare perché non tutti possono pagare certe cifre, qui ci abita gente che non può permettersi un affitto ai prezzi del mercato”, conclude Enzo.
Itea è al centro delle polemiche anche per via degli sfratti. Il problema (legato anche agli alloggi turistici) è particolarmente sentito nell’Alto Garda dove ci sono diverse famiglie in difficoltà. Nei giorni scorsi è stata pubblicata una lettera-appello sottoscritta da diverse famiglie che si trovano sotto sfratto o sono già state buttate fuori di casa. Con loro si sono schierati gli attivisti dello “Sportello Casa per Tutti”, una realtà indipendente per il diritto all’abitare nata all’interno del Centro sociale Bruno e da alcune assemblee contro il carovita.
“Itea sfratta persone anziane e anche famiglie con disabili a carico – accusano gli attivisti – questo nonostante in giro per il Trentino disponga di oltre un migliaio di appartamenti sfitti. Invitiamo inquilini e richiedenti alloggi Itea a lottare uniti per il diritto all’abitare senza lasciarsi mettere gli uni contro gli altri da una politica che cerca di dividere la popolazione, spesso dietro allo slogan ‘prima i trentini’”.
Come se non bastasse il consigliere provinciale di Futura, Paolo Zanella, ha scoperto che nell’Alto Garda e Ledro sono ben 99 gli appartamenti di Itea che risultano indisponibili mentre 23 sono in fase di assegnazione (1.023 quelli occupati). Le motivazioni sono le più disparate ma il Servizio politiche della Casa della Provincia ammette che per alcuni sono in atto le procedure di sgombero a seguito del decesso o dell’uscita dell’assegnatario mentre per altri sono in corso lavori di manutenzione o vere e proprie ristrutturazioni.
“Se guardiamo i dati delle persone che si sono rivolte alla Caritas – evidenzia Zanella – scopriamo che nell’Alto Garda ci sono state 1.032 richieste mentre a Trento 1.758, ma nel capoluogo ci sono quasi il triplo degli abitanti. I numeri degli appartamenti sfitti sono altrettanto impressionanti, soprattutto se paragonati all’elevato fabbisogno abitativo di questa zona”. Sul tema Futura ha lanciato una serie di proposte che sono state puntualmente bocciate dalla Lega: “La Giunta Fugatti – il monito di Zanella – deve rendersi conto che sul nostro territorio c’è una bomba sociale pronta a esplodere”.
Dal canto suo la presidente di Itea Spa, Francesca Gerosa, aveva sottolineato che “la società è tenuta a rispettare e far rispettare le leggi e le disposizioni in materia di casa pubblica, che prevedono, tra le altre, la fattispecie del provvedimento di revoca”. Per quanto riguarda gli appartamenti sfitti nell’Alto Garda ricordava invece che buona parte di questi, circa il 90%, necessita di interventi pesanti di riqualificazione: “Gli alloggi ad oggi chiusi sono l’eredità di scelte passate che, nella programmazione dei lavori, hanno portato a dare la precedenza agli alloggi con minori necessità”.
Sia Futura che gli attivisti però chiedono di bloccare gli sfratti e soluzioni strutturali come l’istituzione di un fondo per le morosità e l’attivazione di forme di auto-recupero per accelerare gli interventi di ristrutturazione. “Occorre sancire il principio che Itea non è una società immobiliare privata – affermano dallo Sportello Casa per Tutti – ma uno strumento di ammortizzazione sociale deputato a garantire alloggi popolari a tutte le persone escluse dal mercato privato, per questo, in nessun caso si può sfrattare senza offrire alternative dignitose”.