La siccità fa calare la produzione di energia idroelettrica in Trentino: “Nei 5 mesi invernali perso il 45%, pari a circa 720 gigawattora”
A causa della siccità registrata o scorso anno la produzione trentina di energia idroelettrica è calata sensibilmente, sia in estate che in inverno: “persi” 1.100 gigawattora

TRENTO. Guerra, inflazione e siccità, sono questi gli ingredienti della “tempesta perfetta” che si sta abbattendo sull’economia mondiale e ovviamente non risparmia quella italiana e di conseguenza quella trentina. Per sua fortuna la Provincia di Trento è fra i territori che possono contare su una risorsa preziosa: l’idroelettrico. Questo però non basta a mettere al riparo i trentini dagli aumenti in bolletta.
Ad ogni modo, sul territorio provinciale negli anni sono state costruite 34 centrali di produzione idroelettrica, alle quali fanno capo opere e beni suddivisi in 160 opere di presa, 22 invasi, fra cui 13 grandi dighe e 9 opere minori di ritenuta, e 306 chilometri tra canali e gallerie. Un patrimonio gestito attraverso 17 concessioni attorno alle quali si sta giocando un partita molto complessa e delicata.
Come già accennato in quest’anno particolare le centrali idroelettriche hanno dovuto fare i conti con la siccità (dovuta ai cambiamenti climatici in atto), registrata già durante la stagione invernale 2021-22 e più precisamente nel periodo che va novembre 2021 a marzo 2022. Come conferma Mario Tonina, vicepresidente e assessore all’ambiente dalla Provincia di Trento, rispondendo a un’interrogazione presentata da Alex Marini del Movimento 5 Stelle, la siccità ha avuto un impatto sulla produzione idroelettrica del Gruppo Dolomiti Energia.
“Fra lo scorso novembre e marzo di quest’anno – sottolinea Tonina comparando il dato al triennio che va dal 2018 al 2020 – la riduzione sulla produzione è stata di circa il 45%, per un quantitativo pari a circa 720 gigawattora”. Analogamente, spiega sempre Tonina, anche nei mesi primaverili ed estivi (da aprile ad agosto 2022), si è registrato un contraccolpo sulla produzione legato alla siccità.
Nel dettaglio sulla base dell’analisi statistica dei dati storici, secondo Dolomiti energia si potevano prefigurare tre scenari: l’ipotesi “statisticamente più probabile” prevedeva una riduzione della produzione del 25% (per un quantitativo pari a circa -380 gigawattora); l’ipotesi “catastrofica” invece considerava un calo del 40% (per un quantitativo pari a circa -630 gigawattora); infine era stata vagliata anche l’ipotesi “precipitazioni ai massimi storici” che avrebbe portato a un incremento del 35% (per un quantitativo pari a circa +560 gigawattora). Alla fine si è concretizzata l’ipotesi più probabile con una riduzione della produzione pari al 25% che ha comunque danneggiato ulteriormente l’idroelettrico trentino.