“Caro benzina e diesel? Ci saranno nuovi aumenti con l’inverno”. L’analisi di Davide Tabarelli e i prezzi tra Trento, Bolzano e Belluno
Il presidente di Nomisma Energia a il Dolomiti, tra caro carburanti e le previsioni sul mercato energetico con l’arrivo dell’inverno: “L’anno scorso ci è andata molto bene. Sul fronte dell’energia dobbiamo stare attenti: le scorte sono altissime ma rischiamo comunque di arrivare a fine inverno con quantità insufficienti di gas”

TRENTO. “In questa fase siamo a livelli relativamente alti, anche se non ancora ai massimi segnati nel marzo 2022, e le prospettive non sono delle migliori: a livello internazionale manca capacità di produzione e raffinazione”. In termini pratici insomma, dice a il Dolomiti il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, i prezzi di diesel e benzina potrebbe seguire il trend degli ultimi mesi e continuare a salire, stabilizzandosi con l’arrivo dell’inverno attorno ai 2 euro al litro per il diesel e ai 2,1 euro al litro per la benzina (prezzi al self-service). Una situazione che ha spinto il governo Meloni ad intervenire negli scorsi giorni con il Decreto energia, all’interno del quale è stato inserito anche un bonus carburanti (destinato alle fasce più deboli e alle famiglie già beneficiarie della social card) oltre che una proroga degli sconti in bolletta per il quarto trimestre dell’anno: “Anche sul fronte dell’energia – precisa infatti Tabarelli – dobbiamo stare attenti. Le scorte sono a livelli molto alti ma rischiamo comunque di arrivare a fine inverno con quantità insufficienti di gas e di dover quindi ricorrere a razionamenti”. Ma procediamo con ordine.
Innanzitutto i numeri. Guardando alla zona di Trento, il range di prezzi per quanto riguarda il costo del diesel e della benzina nei distributori (parlando sempre di self-service) si muove all’incirca tra 1,9 e 1,97 euro al litro. Per la benzina si sale invece di parecchio: da 1,969 a 2,019 euro al litro. Livelli simili vengono registrati a Bolzano (1,919 – 1,989 euro al litro per il diesel e 1,989 – 2,099 euro al litro per la verde) e a Belluno (1,899 – 1,949 euro al litro per il diesel e 1,939 – 2,019 euro al litro per la benzina). Guardando ai prezzi medi mensili forniti dal governo, dai livelli di maggio, 1,818 euro al litro per la benzina e 1,661 per il diesel, l’aumento ad agosto è stato netto: rispettivamente di quasi 12,5 e di 17,2 centesimi. “Ad oggi – precisa Tabarelli – l’amento da maggio è stato di circa 17 centesimi, 15 in più per l’aumento dei costi della materia prima e 2 dai margini di raffinazione”. Aumenti le cui cause vanno ricercate nel rallentamento delle attività di produzione in particolare in Arabia Saudita, le cui mosse stanno di fatto influenzando il prezzo del petrolio andando ad incidere anche sugli aumenti alla pompa.
“Il prezzo del petrolio è salito dai 72 dollari al barile di maggio ai 95 attuali – continua il presidente di Nomisma –. Siamo ancora distanti dai picchi di 120 dollari al barile segnati a marzo 2022, ma in quella fase ci trovavamo di fronte a picchi ‘veloci’”. Ma le problematiche a livello europeo non riguardano solo l’aumento dei prezzi della materia prima, ma anche come detto la scarsa capacità di raffinazione. “Tutto il petrolio va raffinato – aggiunge infatti Tabarelli – ed i prodotti derivati che arrivano per esempio in Trentino e che vanno a rifornire le stazioni dislocate sul territorio provengono da due depositi, quello di Mantova e quello di Marghera. Ma le raffinerie non ci sono più. La tendenza in questo momento è ‘green’, è rivolta all’investimento sull’elettrico ma i nostri mezzi continueranno a lungo a funzionare grazie ai combustibili fossili e personalmente credo sia fondamentale valorizzare da questo punto di vista il più possibile le risorse nazionali”.
A livello di previsioni, per Tabarelli nei prossimi mesi è quindi probabile che si assista, come detto, ad un’ulteriore crescita nel prezzo dei carburanti nell’ordine di circa 5-10 centesimi al litro, portando il prezzo di diesel e benzina rispettivamente a 2 e 2,1 euro al litro. “Nessuno – conclude l’esperto – esclude la possibilità che i prezzi scendano ma non è nemmeno esclusa l’ipotesi che si cresca ancora di più, arrivando fino ai 2,5 euro al litro, visto che manca (e mancherà) tutta la componente di gasolio proveniente dalla Russia. L’Europa dovrà in poche parole fare i conti con ben 50 milioni di tonnellate in meno di gasolio. Di queste, all’incirca 5-6 arrivavano all’Italia, su un totale di 23 milioni di tonnellate consumate in un anno”. I rischi, come anticipato, ci sono anche sul fronte dell’energia: “Le scorte di gas sono a buoni livelli, ma se intorno a febbraio farà molto freddo è possibile che si verifichino dei problemi. Speriamo per i prossimi mesi che le temperature rimangano alte”.