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Safilo, per lo stabilimento di Longarone c’è l’interesse di un altro gruppo? Regione e sindacati: “Salvaguardare i 472 posti di lavoro”

In questi giorni si è diffusa la voce circa il presunto interesse da parte di un altro gruppo industriale per l’acquisto dello stabilimento di Safilo a Longarone. Al momento però queste restano soltanto delle suggestioni e sul tavolo delle trattative non c’è nessuna proposta concreta

Di Tiziano Grottolo - 24 febbraio 2023 - 10:55

LONGARONE. Lo stabilimento di Longarone non è più strategico perciò va chiuso o venduto: di fatto è questa la posizione dei vertici di Safilo, il colosso italiano degli occhiali. L’annuncio era arrivato a inizio anno come un fulmine a ciel sereno e nel giro di un mese si sono susseguite varie trattative e anche un’importante manifestazione con centinaia di lavoratori che hanno aderito allo sciopero.

 

In questi giorni si è diffusa la voce circa il presunto interesse da parte di un altro gruppo industriale per l’acquisto dello stabilimento. Al momento però queste restano soltanto delle suggestioni e sul tavolo delle trattative non c’è nessuna proposta concreta. La Regione Veneto e i sindacati però non accettano la chiusura dello stabilimento e soprattutto pretendono che siano salvaguardati i 472 posti di lavoro. Lo stabilimento di Longarone è un simbolo per la comunità. Costruito dopo la catastrofe del Vajont, rappresenta in un certo senso una forma di rinascita dopo la tragedia e nel tempo è diventato la fonte di reddito di moltissime famiglie.

 

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha risposto all’interrogazione con la quale il senatore e segretario del Partito Democratico del Veneto, Andrea Martella, ha chiesto l’intervento del Governo che però ha scaricato la responsabilità alle Regione. “Prendiamo atto della risposta – afferma Martella – tuttavia riteniamo essenziale il pieno e continuo coinvolgimento del Governo nell’interesse del territorio e dei lavoratori. Garantire la continuità produttiva e l’occupazione per i 472 dipendenti deve rimanere una priorità anche e soprattutto per mantenere la produzione del made in Italy, di cui l’occhiale è tassello fondamentale. Non possiamo consentire il depauperamento produttivo di un territorio che ha fatto della manifattura una leva importante di sviluppo economico e sociale”.

 

Nei giorni scorsi si è riunito il tavolo di lavoro convocato dall’assessora regionale al lavoro Elena Donazzan insieme all’Unità di Crisi Aziendali della Regione del Veneto. Hanno partecipato alla riunione i rappresentanti dell’azienda supportati da Confindustria Belluno, i rappresentanti delle categorie sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e tutta la rappresentanza dei lavoratori dello stabilimento di Longarone.

 

Nel corso dell’incontro l’azienda ha illustrato la fase di ricerca avviata al fine di esplorare soluzioni alternative per lo stabilimento di Longarone. “Abbiamo avviato questo tavolo di confronto che ha l’obiettivo di approfondire la situazione con tutte le parti coinvolte” spiega Elena Donazzan. “È stato un momento di confronto fra i lavoratori e l’azienda stessa con la presenza della Regione che è in stretto raccordo con il Ministero delle imprese e del made in Italy rispetto alla vertenza”.

 

Le parti hanno concordato di fissare il prossimo incontro di approfondimento tra due settimane e il tavolo avrà come focus Longarone. “Abbiamo chiesto all’azienda di rafforzare le relazioni con il sindacato rispetto all’andamento dei vari siti aziendali e un ulteriore approfondimento sul sito di Longarone” conclude Donazzan.

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