Messo in fuga dagli escursionisti il cervo si incastra fra i rami: “Non dimenticherò mai il suo sguardo quando l’ho liberato”
Troppi escursionisti e turisti fuori dai sentieri spaventano gli animali, la testimonianza di Paolo Scarian: “La montagna non è un parco giochi serve rispetto ed equilibrio”

PREDAZZO. Le immagini fanno riferimento a un salvataggio avvenuto un po’ di tempo fa, quando Paolo Scarian (profondo conoscitore delle montagne trentine e appassionato di lupi), s’imbatté in un cervo rimasto incastrato fra i rami di una pianta dopo una precipitosa fuga provocata, con ogni probabilità, dal passaggio di alcuni escursionisti. In quel caso l’animale fu fortunato e tornò libero, ma altre volte gli ungulati possono provocarsi delle gravi ferite che nella stagione invernale risultano quasi sempre fatali.
“Capita ancora, anzi le persone che affollano le montagne sono sempre di più – spiega Scarian – molto spesso escursionisti, turisti e scialpinisti attraversano le zone boscose dove si rifugiano gli animali. Gli habitat dove gli animali possono vivere in tranquillità sono sempre di meno e spesso frammentati da strade e piste da sci”.
Scarian batte queste zone della Val di Fiemme per monitorare la presenza dei lupi e spesso gli capita di imbattersi in altri animali. “Mi è capitato più volte di osservare ungulati con le zampe spezzate o di rinvenire delle carcasse di animali incastrati. Quando vengono messi in fuga, soprattutto durante la stagione invernale, non è raro che questi animali rimangano feriti e in questo periodo, con la presenza della neve, il loro destino è segnato”.
Infatti, un ungulato con la zampa rotta diventa una preda facile ma il più delle volte non riesce più a spostarsi e di conseguenza fatica a trovare del cibo. Quando poi un animale rimane incastrato la fine può essere anche peggiore perché la morte sopraggiunge dopo giorni di stenti. “La montagna – afferma Scarian – non è un parco giochi, serve rispetto ed equilibrio. Non dimenticherò mai lo sguardo di quel cervo, dagli animali si può imparare molto perché anche loro hanno un’anima”.