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Fraccaro ministro, quattro giorni per passare dal ''Mattarella se ne pentirà'' a giurare davanti al Presidente della Repubblica

E' nato il governo Lega - 5 Stelle. Un governo a forte trazione leghista con Salvini che è riuscito a stravincere il braccio di ferro con Di Maio ottenendo tutti i ministeri che gli interessavano e spostando a destra l'asse politico ottenendo il placet anche di Giorgia Meloni. Il dicastero alla famiglia a Fontana antiabortista e contrario ai diritti civili

Di Luca Pianesi - 01 giugno 2018 - 16:21

ROMA. Insomma alla fine è andato tutto come doveva andare. Salvini ministro dell'Interno, Di Maio al lavoro, Conte premier e il ''nostro'' Fraccaro ai Rapporti con il ParlamentoL'Impeachment e gli insulti a Mattarella sono già dimenticati, le ''marce su Roma'' e le manifestazioni di protesta contro il Presidente della Repubblica finiscono in soffitta e sono sostituite da sorrisi e speranzose strette di mano. D'altronde bastava aver letto di striscio la Costituzione e ricordarsi il più recente passato (quel che ha fatto Mattarella con Savona è stato fatto da Scalfaro con Previti, Ciampi con MaroniNapolitano con Gratteri) per capire che la massima carica dello Stato aveva operato correttamente e che non c'erano i presupposti né per ''alto tradimento'' né per ''attentato alla Costituzione''.

 


 

 

Semmai l'unica vera novità era stato il ''veto assoluto'', avvenuto per la prima volta nella storia repubblicana, di un partito posto al presidente della Repubblica. Il vero diktat era stato quello posto da Salvini a Mattarella e non viceversa. Nella normale dialettica tra istituzioni, il presidente del consiglio, Conte, ragionando con il presidente, avrebbe potuto spostare Savona a un altro dicastero e scegliere un altro nome come ministro dell'economia. Esattamente quel che era accaduto nel 1994 quando Scalfaro che aveva detto ''no'' a Previti ministro della Giustizia. In quel caso Berlusconi aveva deciso per Alfredo Biondi guardasigilli e Previti spostato alla difesa. Il problema di fondo che è emerso da questa vicenda è che Conte non ha nessun margine di autonomia e quindi non era autorizzato a ''trattare'' con nessuno e per conto di nessuno. Al primo ''no'' ha dovuto rispondere ''ok, scusate, mi faccio da parte'' rinunciando all'incarico prima ancora di cominciare. 

 

 

Sono seguite giornate caotiche, confuse, dove il linguaggio si è fatto violento, dal sapore squadrista. Si pensi proprio a Riccardo Fraccaro, quello che ha giurato difronte al Presidente della Repubblica per diventare ministro dei Rapporti con il Parlamento, solo lunedì, quattro giorni fa, in un twittava "Mattarella se ne pentirà, non finisce qui". E invece ci sono voluti lo spread e i mercati a farci capire che o ci si dava una mossa o si finiva tutti gambe all'aria e allora è stato fatto il passo indietro che tutti si aspettavano ed è finita qui. Tutto è andato come doveva andare: Salvini ha stravinto il braccio di ferro con i 5 Stelle andando, di fatto, a cannibalizzarli. Con il suo 17% preso alle elezioni è arrivato a smezzarsi il governo con chi aveva preso esattamente il doppio di consensi (quasi il 34%) piazzando sé stesso al ministero dell'interno e Giorgetti sottosegretario alla presidenza del consiglio a controllare da vicinissimo il premier Conti.

 

 

Savona (tecnico in quota Lega) è stato spostato alle politiche comunitarie e all'economia è stato messo Giovanni Tria, uno da sempre molto critico con il reddito di cittadinanza (cavallo di battaglia 5 Stelle) e invece favorevole alla flat tax leghista. Agli esteri c'è Moavero Milansei, figura né gialla né verde ma uomo dell'establishment e di Mattarella, alla sua terza esperienza di governo, dopo essere stato agli affari europei con Mario Monti e con Enrico Letta. E alla famiglia c'è Lorenzo Fontana uno che non si è mai nascosto: antiabortista (pochi giorni fa era alla Marcia per la Vita di Roma e diceva che "l’aborto è la prima causa di femminicidio nel mondo"), per una famiglia tradizionale (perché causa "dell’indebolimento della famiglia sono da una parte - diceva al convegno dell’associazione Pro Vita Onlu di Verona - i matrimoni gay e la teoria del gender nelle scuole, dall’altro l’immigrazione di massa che subiamo e la contestuale emigrazione dei nostri giovani all’estero. Sono tutte questioni legate e interdipendenti, perché questi fattori mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni. Il rischio è la cancellazione del nostro popolo"), contro l'eutanasia e l'autodeterminazione delle donne.  

 

Tutta gente che piace, eccome, a Giorgia Meloni e alle destre più sovraniste (d'altronde il modello, mai nascosto, è quello della Russia di Putin "la Russia oggi è il riferimento per chi crede in un modello identitario di società", diceva sempre Fontana) ed è per questo che il nuovo governo Conte nasce con il placet di Fratelli d'Italia, alla faccia di chi sosteneva che con il Movimento 5 Stelle sarebbe nato un governo ''di sinistra''. All'istruzione è stato messo ancora un tecnico Marco Bussetti gravitante anch'egli nella galassia leghista (era il responsabile dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia) e alla pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, leghista dell'ultim'ora, donna di destra, già parlamentare con Alleanza nazionale e Pdl. I dicasteri fondamentali, quelli più mediatici, sono finiti in mano leghista (ci sono anche gli affari regionali e le autonomie a Erika Stefani, le politiche agricole a Centinaio).

 

Ai 5 Stelle il ministero del lavoro con Di Maio, il ministero per il sud con Barbara Lezzi, la giustizia con Alfonso Bonafede, l'ambiente e la difesa a Sergio Costa ed Elisabetta Trenta, le infrastrutture con Danilo Toninelli, turismo e beni culturali ad Alberto Bonisoli, alla salute c'è Giulia Grillo e ai rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. I grillini, va detto, hanno ottenuto i dicasteri che gli interessavano di più: infrastrutture con la volontà di bloccare alcune grandi opere, la salute per stravolgere la legge Lorenzin sui vaccini, la giustizia per dare seguito alle promesse di ''onestà'' e introdurre la figura dell'agente provocatore. Tutto è andato come doveva andare, ora il cambiamento può cominciare.

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