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I danni da orsi e lupi sono un terzo rispetto ai casi di investimento di ungulati, M5s: ''Un piano strategico di corridoi faunistici per la sicurezza di automobilisti e animali''

Tra i primi a muoversi per sviluppare e implementare i corridoi faunistici e salvaguardare automobilisti e animali, c'è il Movimento 5 stelle provinciale. Degasperi: "Sviluppare un modello moderno e efficiente per valorizzare la salvaguardia della fauna presente sul territorio trentino". Alex Marini: "Esiste un progetto dell'Università di Trento, bisogna applicarlo"

Di Luca Andreazza - 10 luglio 2019 - 20:55

TRENTO. Gli incidenti causati dagli ungulati sono circa il triplo rispetto a quelli dei grandi carnivori, orsi e lupi (Qui articolo). Cervi e caprioli sono in numero maggiore, ma tanti danneggiamenti non vengono segnalati, senza dimenticare che questa è una materia che rientra anche nella sicurezza stradale. Non solo i costi, non coperti da assicurazione provinciale, ma il rischio è quello della salute degli automobilisti, oltre che quella degli animali.

 

Ovviamente lupi e orsi hanno tutt'altro appeal sulla popolazione e risvegliano paure ataviche facili da risvegliare e quindi in tema "ambientale" la Lega tiene la barra dritta sulla cattura di M49. Altri input in termine di gestione dei grandi carnivori non sembrano esserci, se non convocare il tavolo di ordine pubblico e sicurezza per dimostrare urbi et orbi che i territori vengono ascoltati. 

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Ma tra i primi a muoversi per sviluppare e implementare i corridoi faunistici e salvaguardare automobilisti e animali, c'è il Movimento 5 stelle provinciale. Una mozione firmata Filippo Degasperi e un ordine del giorno di Alex Marini. "Gli investimenti degli animali selvatici - dicono i pentastellati - ungulati in particolare, durante i tentativi di attraversare strade e linee ferroviarie sono purtroppo molto frequenti. Eventi che possono avere conseguenze molto pesanti per le persone e i mezzi coinvolti, se si tiene contro della scelta della Provincia di eliminare la copertura assicurativa per questo tipo di sinistro, senza dimenticare delle sorti dell'animale".

 

I numeri degli investimenti di cervi e caprioli negli ultimi anni sono alti, settecento casi in media all'anno. Nel 2018 sono stati 584 quelli con capriolo e 218 con cervi. "Un fenomeno significativo - aggiunge Degasperi - che impatta sui fronti della sicurezza delle persone e dei costi, ma anche di quello ambientale se si considerano gli esigui interventi del centro di recupero del Casteller, 33 nel corso dell'anno scorso compreso i casi che nulla hanno a che vedere con gli investimenti".

 

Nel frattempo sono stati introdotti alcuni accorgimenti, quali l'installazione dell'apposita segnaletica stradale composta da sagome in ferro che allertano gli automobilisti di probabili e inaspettati attraversamenti stradali della fauna. "Spesso lungo percorsi noti e ripetitivi - prosegue il consigliere M5s - indispensabili per nutrirsi, incontrare propri simili e trovare riparo, ma che diventano sempre più difficili a causa della frammentazione e dell'isolamento degli ambienti naturali".

 

I corridoi faunistici rappresenterebbero quindi un necessario elemento per mettere in comunicazione quegli spazi naturali che altrimenti rimarrebbero raggiungibili solo a fronte di altissimi rischi per automobilisti e ungulati. "E' proprio la prossimità della scadenza del Piano faunistico provinciale - evidenzia Degasperi - che diventa un'occasione per sviluppare un modello moderno e efficiente per valorizzare la salvaguardia della fauna presente sul territorio trentino. Un aggiornamento delle disposizioni che dovrebbe prevedere la creazione di uno schema che valuti la necessità della collocazione di corridoi faunistici artificiali".

 

La richiesta è quella di prevedere accorgimenti strutturali per convogliare gli animali in prossimità del passaggio. "Alcuni manufatti sono già molto diffusi in diversi Paesi europei - spiega Degasperi -  si deve individuare la corretta ubicazione, le giuste dimensioni e il ricorso a materiali idonei, anche quello destinato al calpestio. Dispositivi che necessitano di studio e conoscenza approfondita del territorio e delle necessità delle specie presenti".

 

A questo si aggiunge che nei giorni scorsi la Provincia è stata sconfitta in giudizio d’appello da un automobilista che nel 2013 aveva investito un cervo in Valle del Chiese. Il mezzo aveva registrato oltre 17 mila euro di danni. Il giudice ha stabilito che in punti dove il passaggio di animali è massiccio non basta segnalare la presenza del possibile attraversamento con l’apposita segnaletica, ma serve mettere in campo anche altri sistemi di dissuasione in modo da ridurre il rischio per automobilisti e ungulati. La Provincia è stata condannata a pagare metà delle spese di sistemazione del mezzo uscito danneggiato nell'urto con l'animale.

 

"Oggi - dice Marini - esiste anche la tecnologia per verificare i punti di attraversamento. Un progetto messo a punto in Trentino dai ricercatori del Dipartimento di ingegneria e scienza dell'informazione dell'Università di Trento. Questo piano potrebbe rilevare i dati reali relativi agli attraversamenti della fauna selvatica sulle strade provinciali e aggiornare in maniera adeguata le mappe di rischio e prevedere le conseguenti misure di prevenzione".

 

Oltre alla sicurezza stradale, l'investimento di un animale selvatico comporta danni anche agli equilibri della fauna. "Tutte le direttrici stradali - commenta il consigliere - sono sostanzialmente interessate da questo fenomeno ma ci sono tratti particolarmente pericolosi, come la Ss47 tra Strigno e Grigno o la Ss237 del Caffaro tra Storo e Cimego. Gli attraversamenti rischiano di essere particolarmente gravi nelle ore notturne, quando si registra la quasi totalità dei casi"

 

Se nel caso di un ritrovamento di un animale morto è necessario dare comunicazione alle autorità entro 24 ore, spesso non tutti gli investimenti o eventi vengono comunicati. "Le motivazioni sono molteplici - spiega il consigliere - per lievi impatti con veicoli o camion i conducenti decidono di non fermarsi a verificare quanto accaduto. In altri casi non tutti i conducenti sono correttamente informati circa le modalità di comunicazione dell'evento. 

 

E' necessario un piano articolato e uniforme in tutto il Trentino per prevenire gli incidenti. "In alcune aree si è proceduto con la progettazione e la costruzione di sottopassi dedicati al passaggio degli ungulati - conclude Marini - ma in altre, meno fortunate, questi interventi non sono stati previsti e realizzati. E’ quindi necessario procedere con una strategia di più ampio respiro che non consideri solo interventi infrastrutturali per ridurre i rischi per la fauna e per la salute degli umani".

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