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Le mani della politica sull'Opera Universitaria. Ok in Commissione al Ddl Cia sulla scelta del presidente dalla Giunta. Gli studenti: ''Incomprensibile azzardo''
La modifica della legge proposta dal consigliere di Fratelli d'Italia ha ottenuto il primo ok in Commissione. Pareri negativi sono arrivati dal mondo studentesco e dalle opposizioni. Coppola a Cia: "Ripensare all’opportunità della proposta"

TRENTO. Sempre di più le mani della politica sull'Università di Trento. Oggi la V Commissione presieduta dall'esponente della Lega Alessia Ambrosi ha approvato, con l'opposizione delle minoranze Pd, Europa Verde e Futura, il disegno di legge 32 "Modificazione dell'articolo 6 della legge provinciale 24 maggio 1991, n. 9 (Norme in materia di diritto allo studio nell'ambito dell'istruzione superiore)" proposto da Claudio Cia (Fratelli d’Italia).
Una proposta che arriva dal passato (Qui l'approfondimento del 2019) e che aveva trovato l'opposizione anche da parte delle rappresentanze studentesche. Il testo voluto da Cia modifica con un solo articolo la legge attuale stabilendo che il presidente dell’Opera universitaria non sia più scelto di concerto tra il rettore dell’Università e la Pat bensì dalla Giunta, “sentito il rettore dell'università”, e “tra personalità con importanti referenze gestionali, manageriali o con significative esperienze nel campo dell'istruzione, della ricerca e dell'università”.
"Chi vuole queste modifiche si deve assumere anche una grande responsabilità politico per il rischio di attriti che si potrebbero creare in futuro. Oggi il sistema funziona proprio la sua configurazione" spiegano dal mondo studentesco. (Qui le precedenti prese di posizione)
In merito alle audizioni su questo disegno di legge, Edoardo Meneghini, rappresentante degli studenti nel cda dell’Opera universitaria dell’ateneo trentino, ha sottolineato che i servizi forniti dall’ente (alloggi, mense, borse di studio) sono tra i migliori in Italia. “La governance dell’Opera basata sull’intesa tra Provincia e Università, ha sempre garantito lo stretto legame tra Provincia e università. Non vi sono mai stati contrasti in occasione della nomina del presidente dell’Opera. Il rischio di conflitti teoricamente possibili non si è mai storicamente concretizzato”.
Giudizio negativo anche da Nahid Aliyari, esponente degli studenti nell’Opera “Non si comprende – ha spiegato - la ragione di una proposta di modifica della legge”. Proposta che a suo avviso appare un azzardo perché la normativa attuale ha permesso all’Opera di funzionare bene.
Paola Paccani, coordinatrice dell’Unione universitari di Trento (Udu), ha confermato il buon rapporto di collaborazione e di fiducia reciproca instauratosi tra Università e Opera. “Ateneo e Pat – ha chiarito - sono enti la cui pari dignità va mantenuta anche nella nomina del presidente dell’Opera”.
Ad esprimere preoccupazione sul Ddl è anche Edoardo Giudici, presidente del Consiglio degli studenti. Se il provvedimento sarà approvato, potrebbe a suo avviso “ostacolare l’intesa tra Provincia e Università nella scelta del presidente dell’Opera”.
Anche da parte delle minoranze è stato espresso un giudizio contro l'introduzione della modifica della legge. La capogruppo del Partito Democratico, Sara Ferrari ha affermato che “Non vi è ragione di modificare una legge che funziona bene grazie all’accordo tra Università e Provincia nella nomina del presidente dell’Opera”. Le norme attuali hanno evitato la “provincializzazione” dell’Università che questo Ddl favorirebbe. Esiste a suo avviso un equilibrio da mantenere nella legge tra Pat e Università nel prendere decisioni che riguardano l’Opera, equilibrio basato sul rispetto dell’autonomia di entrambi gli enti: autonomia politico-istituzionale e autonomia accademica. Aspetti questi condivisi anche dalla collega di Europa Verde, Lucia Coppola, che ha chiesto a Cia di ripensare all’opportunità della proposta. Nessuna condivisione anche da parte di Paolo Zanella.