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Provinciali 2023, Futura guarda al progetto di Dellai, Serra: ''Ci sarà una nuova proposta politica. Serve l'umiltà di tornare a confrontarci con le realtà trentine''

Da poco Futura ha festeggiato i 3 anni dalla nascita e a breve verrà aperta una nuova sede a Trento, in piazza Santa Maria Maggiore. Il presidente Nicola Serra: ''Il progetto di Dellai? Lo vediamo con favore''. E sulla fine della coalizione di Centro sinistra autonomista spiega: "Condivido il fatto che non potrà ripetersi la stessa struttura passata della coalizione del Centro sinistra autonomista ma se iniziamo a ragionare su temi e valori poi la proposta congiunta di aggregazione di forze politiche si trova"

Di G.Fin - 09 settembre 2021 - 15:25

TRENTO. “Dobbiamo incontrarci, confrontarci e progettare tutti assieme il Trentino con un’orizzonte che vada da qui ai prossimi 15 – 20 anni”. Le parole sono di Nicola Serra presidente di Futura. Il movimento, nato poco prima delle scorse elezioni provinciali ora guarda con attenzione all’appuntamento elettorale del 2023.

 

Non sono certo mancati i momenti difficili, dalla morte del fondatore, Piergiorgio Cattani, la decisione di Paolo Ghezzi di lasciare il Consiglio provinciale e l’uscita dal gruppo di Lucia Coppola fino alle ultime dimissioni di Corrado Bungaro in Comune. Futura oggi è in maggioranza nelle due città principali del Trentino, Trento e Rovereto, in Consiglio provinciale è presente con il consigliere Paolo Zanella e a breve verrà anche aperta una nuova sede in piazza Santa Maria Maggiore.

 

Nicola Serra lei è stato eletto presidente di Futura a marzo. Il movimento ha subito dei forti scossoni. Ora la situazione è tornata tranquilla?

Ci sono stati momenti che sia a livello personale che di organizzazione politica ci hanno colpito notevolmente. Sono però esperienze dal passato, dall'assemblea di marzo che ha eletto me e il nuovo consiglio direttivo, quella fase abbiamo voluto lasciarla alle spalle per cercare di dare il meglio soprattutto nelle realtà, nello specifico Trento e Rovereto, dove facciamo parte della maggioranza che governa la città.

Siamo i gruppi più giovani che hanno fatto eleggere il 100% di persone nuove e mi riferisco anche alle circoscrizioni. Futura è uno spazio in cui tante persone ci hanno voluto credere, ci hanno investito energie. Abbiamo portato nelle amministrazioni locali una ventata di freschezza. Investiamo sul mondo giovanile, dialoghiamo con una aggregazione di forze anche all'esterno del mondo partitico. Lo stato di salute di Futura lo vedo quindi positivo. Abbiamo festeggiato da poco i tre anni e a breve inaugureremo la nuova sede vicino piazza Santa Maria Maggiore, luogo simbolico della nostra città.

 

E il radicamento sul territorio?

Dopo il congresso di marzo ci siamo dati come obiettivo quello di andare a interloquire con tutta una serie di realtà locali e civiche che si rifanno ai valori di Futura. Parlo di liste civiche che guardano a sinistra, progressiste e ambientaliste. Abbiamo avuto varie interlocuzioni sia con eletti nei comuni, sia con tante persone che si erano candidate a livello locale e che ora cercano un riferimento provinciale per non sprecare energie positive nate nelle amministrative. Il nostro approccio è aperto, sincero e schietto. Abbiamo radici solide, energie da spendere e questo attrae molto. Abbiamo le idee chiare e questo facilita.

 

Cosa ne pensa del progetto lanciato da Dellai su un’area civica popolare?

Ne abbiamo ragionato assieme con i componenti del direttivo di Futura e adesso avremo modo di affrontare la questione con un’assemblea provinciale. Siamo molto contenti dell'uscita di Dellai. Vediamo con favore questo progetto e riteniamo che ce ne sia di bisogno. Chiaramente va ragionata e rivista la prospettiva. Quello che ci siamo detti noi è che non è importante ricordare la buona amministrazione passata o i progetti vincenti del passato, è importante, invece, costruire un progetto credibile e in base ad esso gli elettori devono essere convinti che possono votarci per dare una direzione certa per il Trentino.

 

Per costruire questo progetto ci deve essere uno sforzo condiviso di tutte le forze politiche. Bisogna vedersi, confrontarsi, capire i temi cardine per i prossimi 15 – 20 anni. L’importante è condividere un metodo e poi aprirsi. Dobbiamo avere l'umiltà di dire che dobbiamo tornare a confrontarci con le realtà produttive, sindacali, le associazioni e con tutta la realtà trentina che nel proprio piccolo ha avuto cambiamenti importanti e tornare a ragionare tutti assieme su temi che vanno dalla sanità, la giustizia sociale fino alla solitudine.

 

Per molti il Centro sinistra autonomista, come l’avevamo conosciuto nelle ultime elezioni è finito. Lei cosa ne pensa?

Io personalmente sono d'accordo. La differenza sostanziale è capire cosa sia la nostra Autonomia e come la interpretiamo. Per noi l’Autonoma non è un valore in sé ma uno strumento importante per agire politicamente. Non facciamo a gara per sentirci più autonomisti rispetto ad altri ma dobbiamo capire che è uno strumento che consente azioni capaci di creare benessere per tutti.

Condivido il fatto che non potrà ripetersi la stessa struttura passata della coalizione del centro sinistra autonomista ma se iniziamo a ragionare su temi e valori poi la proposta politica congiunta di aggregazione di forze politiche si trova. Un percorso che piano piano si arricchisce con il tempo.

 

Lei crede che per le Provinciali 2023 si debbano fare le primarie per il candidato presidente?

Io penso che in questo momento e in questa fase non possiamo avanzare nomi. Chiaro che più la forma è partecipata e più tutti si sentono coinvolti nelle scelte e più ha forza il progetto. Dato che dobbiamo ancora iniziarlo, cosa bella sarebbe vedersi e parlarne. Da quel momento si avvia un percorso naturale e non forzato da scelte che arrivano dall'alto.

 

E come è il rapporto tra Futura e il Patt?

Noi abbiamo una buonissima esperienza locale con il governo delle città dove con lo spirito del conoscersi e del confrontarsi e avendo chiaro un progetto si riescono a trovare delle sintonie che nemmeno si immaginava. Il tema è sempre questo. Se ci si conosce e si condividono i propri percorsi, se si ragiona assieme su un progetto per il Trentino io mi immagino che le eventuali distanze si possono colmare. Poi ogni forza politica ha delle singolarità. L'arricchimento fa bene al territorio. Dobbiamo essere bravi a mettere assieme esperienze e saperi per creare una proposta la più larga e condivisa possibile.

 

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