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Dopo l’aggressione in consiglio il Pd valuta azioni legali contro il leghista Ferraglia: “Minacce e insulti vanno avanti da tempo”
Il Pd punta il dito contro Ferraglia e Gatti: “Non possono essere tollerate minacce e violenze, né ci prestiamo a vittimismi e manipolazioni da parte di chi concepisce l’amministrare come comandare, per questo valuteremo ogni opportuna azione a tutela dei diritti lesi”

RIVA DEL GARDA. Nei giorni scorsi ha tenuto la banco la vicenda che ha visto protagonista in negativo Vittorio Ferraglia, ex capogruppo leghista ed ex consigliere comunale di Riva del Garda dopo le dimissioni rassegnate per aver aggredito in aula Gabriele Bertoldi del Partito Democratico.
Ferraglia è stato inchiodato da una foto e forse anche dalle imminenti elezioni che arrivano in un momento in cui la Destra (Lega e Fratelli d’Italia in particolare) cerca di presentarsi nella sua veste moderata. Ciononostante non sono mancati i tentativi di ridimensionare quella che a tutti gli effetti resta un’aggressione fisica tanto che Bertoldi e il Pd non escludono di agire per vie legali.
“Non possono essere tollerate minacce e violenze soprattutto nell’esercizio della vita pubblica – afferma il segretario Dem di Riva Tiziano Chizzola – né ci prestiamo a deliberati vittimismi e manipolazioni della realtà da chi concepisce l’amministrare come comandare e non tollera opinione diversa, per questo valuteremo ogni opportuna azione a tutela dei diritti lesi”.
Riferendosi alle dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza il Pd parla di “una ricostruzione dei fatti totalmente scollegata dalla realtà, dove i ruoli vengono invertiti e si cerca di far passare per colpevole l’aggredito”. Alcuni infatti sostengono che Bertoldi avrebbe provocato Ferraglia arrivando addirittura a ipotizzare che si sia trattato di una “trappola”.
Accuse che vengono respinte al mittente. Anzi Chizzola sottolinea come minacce e insulti ai consiglieri del Pd non siano una novità. “Durante l’incontro in aula, politicamente acceso ma scevro da insulti e da termini offensivi, Ferraglia ha cercato ripetutamente di impedire il dialogo in corso, dapprima proferendo nei nostri confronti palesi minacce e poi passando agli atti violenti, che solo in parte emergono dalla fotografia scattata nel frangente”.
Nel mirino dei Dem finisce anche il consigliere di maggioranza Franco Gatti, tra coloro che hanno provato a ridimensionare l’accaduto: “Forse l’eccessivo rancore più volte mostrato nei nostri confronti dovrebbe far propendere il collega di ‘Centro’ alle stesse decisioni di Ferraglia e lasciare il posto a persone più equilibrate. Crediamo quindi che non si possano non leggere le dimissioni di Ferraglia come un mero fatto dovuto, ma che non è accompagnato da alcuna presa di coscienza né personale né collettiva della maggioranza rispetto alla gravità di quelle che è successo”.