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Pd e M5s tagliano fuori dagli uffici di presidenza Terzo polo e Autonomisti: “Gesto di chiusura e arroganza”
In segno di protesta il gruppo delle Autonomie non ha preso parte al voto, Unterberger: “Pd e 5 Stelle hanno deciso di dividersi tutte le cariche nell’ufficio di presidenza destinate alle opposizioni”. L’ira di Renzi: “Quello che è successo ieri andrebbe studiato nei manuali di strategia parlamentare come esempio di incapacità di fare politica”

ROMA. “Atteggiamento senza precedenti nelle prassi parlamentari”, non usano mezzi termini dal gruppo delle Autonomie al Senato per commentare l’accordo fra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che si sono spartiti gli uffici di presidenza senza coinvolgere gli altri gruppi di minoranza.
“Pd e 5 Stelle – si legge nella nota degli autonomisti – hanno deciso di dividersi tutte le cariche nell’ufficio di presidenza destinate alle opposizioni, lasciando fuori tutti gli altri gruppi. È un gesto di chiusura e arroganza, lesivo del pluralismo e del corretto funzionamento della vita parlamentare”.
In segno di protesta il gruppo delle Autonomie, di cui fanno parte Julia Unterberger e Meinhard Durnwalder dell’Svp, Pietro Patton (Alleanza Democratica per l’Autonomia), Luigi Spagnolli (Centrosinistra), Dafne Musolino (Sud chiama nord) e i senatori a vita Elena Cattaneo e Giorgio Napolitano, ha scelto di non partecipare al voto.
Anche il senatore Matteo Renzi si è scagliato contro l’accordo Pd-M5s: “Quello che è successo ieri andrebbe studiato nei manuali di strategia parlamentare come esempio di incapacità di fare politica”, attacca il leader di Italia Viva. “Eliminando noi dal voto in Aula i posti per le opposizioni paradossalmente sono scesi da 14 a 12 – rincara la dose l’ex segretario dei Dem – Fratelli d’Italia ha avuto due segretari d’aula in più perché noi e il gruppo delle autonomie siamo stati costretti dall’arroganza Pd-Grillina a stare fuori dall’Aula, come in campagna elettorale il Pd è stato dunque il miglior alleato della Meloni”.
Secondo i calcoli di Renzi il Pd (con 107 parlamentari) ha ottenuto 5 posti mentre il M5s (con 80 parlamentari) ha preso ben 7 posti: “La follia di questo Pd ha regalato ai grillini due posti in più, infatti due candidati del Pd, casualmente entrambi emiliani, sono stati bocciati dai franchi tiratori Dem e grillini”.
Renzi respinge anche gli attacchi che lo vorrebbero fra gli artefici dell’elezione alla presidenza del Senato di Ignazio La Russa: “Dicono che voglio la presidenza del Copasir ma non è vero, farò opposizione da semplice senatore, loro invece pur di non fare l’accordo con noi hanno sacrificato due loro candidati, mai visto un partito più masochista”.