Stop cani alla catena, in Trentino multe fino a 800 euro. Cia: ''Serve responsabilizzare i proprietari di animali d’affezione''
La proposta approvata dal Consiglio provinciale non punta a eliminare l’obbligo per i proprietari di cani di condurre al guinzaglio il proprio amico a 4 zampe ma ne vieta la detenzione alla catena

TRENTO. Stop all'uso della catena per gli animali d'affezione. Il consiglio provinciale ha approvato quest'oggi il disegno di legge presentato dal consigliere Claudio Cia, accorpato poi ad una iniziativa legislativa della Giunta presentata successivamente dall'assessora Stefania Segnana, che vieta “l’utilizzo della catena, o qualsiasi altro strumento di contenzione simile (salvo che per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per ragioni urgenti e temporanee di sicurezza), ai responsabili della detenzione di un’animale d’affezione”.
“E’ bene spiegare – spiega il capogruppo di Fratelli d'Italia, Claudio Cia - che la proposta approvata dal Consiglio provinciale non punta a eliminare l’obbligo per i proprietari di cani di condurre al guinzaglio il proprio amico a quattro zampe nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, quanto piuttosto a vietare la pratica della detenzione del cane alla catena in Trentino”.
Già a partire dal 2012 esisteva una legge provinciale sugli animali d’affezione che prevedeva il divieto di detenzione del cane alla catena, tuttavia la norma, ha spiegato Cia, era talmente ambigua che risultava inefficace nella sostanza, anche e soprattutto perché non erano previste sanzioni per i trasgressori. “La legge che ho presentato – ha spiegato - introduce le sanzioni, fungendo così da forte deterrente per i trasgressori”. Le multe, secondo quanto previsto dal provvedimento, vanno da 400 a 800 euro.
“Esprimo – continua Cia - soddisfazione per l’approvazione di un disegno di legge di civiltà, che mira alla responsabilizzazione dei proprietari di animali d’affezione. Un cane non è infatti un oggetto, ma un essere vivente e senziente con specifiche esigenze, tra cui quella di camminare e di correre, che non sono meramente legate alla necessità dell’animale di espletare i propri bisogni fisiologici, ma anche e soprattutto all’importanza di avere contatti continuativi con l’ambiente esterno e con i suoi simili, evitando così la potenziale insorgenza di comportamenti aggressivi”.
Di conseguenza, costringere un cane a rimanere legato alla catena per lungo tempo è una pratica che, inevitabilmente, causa stress psicologico e sofferenza. “Un cane fermo alla catena – conclude Cia - che non gli permette di muoversi liberamente, accedere agevolmente alla cuccia o alla ciotola con cibo e acqua, è inoltre impossibilitato a fuggire in caso di calamità come incendi, fenomeni alluvionali estremi o esondazioni torrentizie/fluviali”.