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''Anche una terra ricca come il Trentino può essere a rischio''. Povertà educativa, si parte dalle periferie coinvolgendo l'intera comunità

Al via il progetto della Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale con cui collabora attivamente la Non Profit Network – CSV Trentino. Il presidente dell'ente finanziatore Borgomeo: "La dimensione dell'educazione impegno di tutti. Se si arricchisce l'educazione si arricchisce la società ma anche la politica"

Di Donatello Baldo - 27 novembre 2018 - 20:50

TRENTO. Un' idea ambiziosa, una vera e propria scommessa quella di "FuoriCentro: coltiviamo le periferie", il progetto di innovazione educativa che vede impegnate la Fondazione Trentina per il Volontariato, come capofila, e il Centro Servizi Volontariato come braccio operativo responsabile del progetto stesso, oltre a 30 altri partner coinvolti e distribuiti su tutto il territorio.

 

Una scommessa già vinta, perlomeno nella selezione che vede FuoriCentro come unico progetto finanziato del Trentino. 'Con i Bambini' è infatti l'impresa sociale che ha accolto positivamente l'idea, che ha valutato gli obiettivi e la progettazione, riconoscendo ai promotori il suo importante patrocinio economico nell'ambito del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile

 

A dare l'avvio ufficiale è arrivato a Trento Carlo Borgomeo, il presidente dell'impresa sociale Con i Bambini che ha spiegato subito una cosa: "La povertà educativa ha spesso a che fare con la povertà economica ma non sempre la coincidenza è assoluta". Ha parlato di Napoli e della sua periferia, del disagio che lì vivono le famiglie e soprattutto i bambini ipoveriti anche a livello educativo considerate le difficoltà economiche.

 

Ma in Trentino la povertà assoluta è contenuta, la dispersione scolastica è pressoché azzerata e anche quel minimo è in continuo calo. Che senso ha finanziare un intervento sulla povertà educativa nelle periferie? "L'ho detto - spiega Borgomeo - la povertà educativa non coincide sempre con la povertà economica: ci sono zone ricche che in realtà sono povere di relazioni, con una società senza stimoli"

 

Per Borgomeo "anche qui c'è il pericolo che si manifestino queste povertà educative che intendiamo contrastare, anche qui è importante intervenire sulle zone dov'è minore la socialità diffusa, uno dei fattori di crescita più importanti per i nostri ragazzi". La periferia - dunque - non è solo geografica: "Ci sono quartieri bene delle grandi città del Nord che sono a rischio povertà educativa, dove la comunità è disgregata, dove la socialità è assente". 

 

"Non è nemmeno soltanto la scuola che deve rispondere all'educazione - spiega Borgomeo - ma la comunità educante intesa in modo largo. Tutta la comunità che si prende in carico la questione. Non a caso chiediamo al Terzo Settore di praticare una sorta di irruzione nella progettazione, a garanzia dell'impegno delle comunità". Questo serve a dare forza al capitale sociale, il vero 'fondo' da cui attingere per contrastare povertà educativa e strumenti per lo sviluppo sociale.

 

"La dimensione dell'educazione dev'essere valutata nel suo complesso. Se si arricchisce l'educazione - conclude Borgomeo - si arricchisce la società ma anche la politica". Perché alla fine la scommessa è sulle nuove generazioni, sui ragazzi di oggi che saranno gli adulti di domani. 

 

"FuoriCentro: coltiviamo le periferie" si rivolge a tre zone periferiche della Provincia di Trento dove è stato evidenziato tra i giovani adolescenti un problema di sviluppo e consolidamento del capitale sociale e del capitale psicologico. Le zone in questione sono il Comun General de Fascia, la Valsugana e Tesino e la Paganella

 

Il progetto prevede la realizzazione e il consolidamento della rete tra i soggetto della partnership e le comunità locali attraverso sei diversi macro gruppi di azioni che saranno sviluppati nel corso dei tre anni di sperimentazione. Tra questi, ad esempio, percorsi educativi comuni ai tre territori finalizzati alla creazione di tre villaggi educanti, attività per valorizzare spazi interni ed esterni alla scuola, laboratori per sviluppare competenze trasversali e skills tecniche e di supporto alla genitorialità.

 

Ente capofila del progetto è la Fondazione Trentina per il Volontariato Sociale con cui collabora attivamente la Non Profit Network – CSV Trentino e la Provincia Autonoma di Trento tramite il Dipartimento della Salute e Solidarietà Sociale e il Dipartimento della Conoscenza. Tra i partner sul territorio, inoltre, ci sono Istituti Scolastici, Comunità di Valle, Comuni, associazioni, cooperative ed enti privati. Ed è proprio questo tipo di governance – dove si percepisce forte l’integrazione tra pubblico e privato - l’elemento innovativo che ha premiato il progetto e che punta a creare il marchio di “villaggio educante trentino”.

 

 

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