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La 'cultura' del taglio del fieno al centro degli interessi di attori, scrittori e politici. E impazza su radio e tv
Tra gli altri scende in campo anche Mauro Corona per sostenere i progetti di Diego D’Incau, meglio conosciuto come Tita dal Casel, combattivo ‘falciatore di fieno’, artefice della Luna Bona, congrega di persone fondata nel bellunese, persone che credono nel recupero più veritiero dei valori tradizionale della montagna

TRENTO. Una corona di fieno. Potrebbe essere questo il tema che da qualche settimana imperversa su stampa nazionale, canali televisivi. Dibattiti e provocazioni. Corona con la ‘ci’ maiuscola. Infatti è l’istrionico Mauro Corona l’artefice di una serie di provocazioni mediatiche, basate proprio sulla necessità di difendere la vera montagna dolomitica e in particolare il fieno.
Proprio così: il fieno dei prati falciati a mano, l’erba in quota e tutto l’indotto che al fieno è legato. Corona ha sempre ‘remato contro’. Ed ora ha preso decisamente posizione, mediatica e – con la crescita dell’erba – deciso ad imbracciare pure lui la falce.
Lo scrittore, l’artista di Erto, il protagonista di tante denunce, il Vajont e la sua gente, il Trentino nel cuore ( dove è nato, lungo la strada di Baselga di Pinè, figlio di venditori ambulanti, klomèri ) ha deciso di dar man forte (anzitutto mediatica) ai progetti di Diego D’Incau, meglio conosciuto come Tita dal Casel, altrettanto combattivo ‘falciatore di fieno’, artefice della Luna Bona, congrega di persone fondata nel bellunese, persone che credono nel recupero più veritiero dei valori tradizionale della montagna.
Progetto da e per sognatori, si potrebbe dire. Ne abbiamo parlato su il Dolomiti.it l’estate scorsa. Osteggiato però da un diffuso scetticismo, (specialmente nel Primiero, dove nei mesi estivi ha falciato decine e decine di ettari) nonostante i continui, costanti riscontri, soprattutto mediatici. Pure politici, su scala nazionale.
Perché di fieno si stanno interessando in tanti. Autorevoli personaggi, della cultura, dell’alpinismo e della politica. Si sono schierati decisamente – oltre a Mauro Corona – in tanti. Dai vertici dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ateneo di Slow Food, sociologi e studiosi di tradizioni rurali, assieme al meteorologo Luca Mercalli e alcuni imprenditori dell’abbigliamento sportivo.
Il primo a credere nel fieno falciato a mano è stato anzitutto Marco Paolini, il drammaturgo, regista e grande interprete teatrale. Che ha tenuto a battesimo, per così dire, una serie di ‘mede’, vale a dire i caratteristici cumuli di fieno sorretti da un lungo palo di legno, sistema di stoccaggio in uso nelle comunità montanare del bellunese.
Marco Paolini ha ‘sdoganato’ il valore simbolico dell’intuizione di Tita Dal Casel. Lo ha fatto partecipando ad una trasmissione della Rai di Trento, la prima a trasmettere la caratteristica ‘danza nell’erba’ dei falciatori di fieno. Poi l’entusiasmo ha contagiato tanti.
Servizi su canali televisivi privati – grazie al format ‘Buona Agricoltura’ di Walter Nicoletti – per giungere a Geo&Geo, in una puntata prevista tra pochi giorni, il 28 di questo mese.
La politica, si diceva. Mauro Corona in una domenica di febbraio ha dato appuntamento ad Arte Sella ad alcuni esponenti dell’alpinismo solidale, come Fausto De Stefani, assoluto ‘sestogradista’, da anni impegnato in Nepal in aiuti umanitari, ma anche a qualche militante dei Cinque Stelle.
Tra questi l’onorevole Riccardo Fraccaro, il delfino di Luigi Di Maio, in pool position per la presidenza della Camera. Subito è partito un feeling con i fautori del fieno. Tra ipotesi e suggerimenti operativi indirizzati ai prossimi probabili ministri governativi o a quanti che a livello parlamentare dovranno occuparsi della difesa della montagna.
La Stampa di Torino ha pubblicato in prima pagina la storia del fieno ‘scovata’ da Corona come spunto per valorizzare la montagna. Scatenando una serie d’interventi. Su Rete4, nei collegamenti serali dedicati all’analisi del voto. E ancora. Corona e fieno per ben due volte ospiti della Berlinguer a Cartabianca. Adesso anche su Radio1, nella trasmissione ‘Un giorno da pecora’. Ma non è finita.
Il progetto del fieno – collegato pure al recupero del legname di scarto del bosco e della trasformazione dei tronchi più pregiati – sarà al centro di una kermesse in cantiere a FICO, nella mega fabbrica contadina creata a Bologna da Oscar Farinetti, quello di Eataly.
Mentre sia Paolini che Corona stanno studiano altre iniziative culturali e una specifica rete di ‘cofinanziamento’: adottando una balla di fieno, custodita magari dalla ‘meda’ e quest’ultima inserita in un tracciato ecoturistico, da compiere a piedi, non solo per ammirare tra le Dolomiti bellunesi e le Pale di San Martino di Castrozza, i falciatori, ma anche per annusare il profumo del fieno.
Insomma, per concretizzare il sogno di Diego D’Incau, quel Tita Dal Casel che sfalcia l’erba coniugandola con il cielo.